La vincitrice di The Voice of Italy 2014 ha abbandonato la tonaca per assecondare un cambiamento interiore emerso durante la pandemia e ritrovare così Cristina Scuccia, la giovane donna di 34 anni che non rinnega Dio ma ha il coraggio di essere sé stessa
“Ho cambiato l’abito, ma l’essenza è sempre quella”. I lunghi capelli castani sciolti sulle spalle e lo sgargiante completo fucsia di Cristina Scuccia, 34 anni, hanno sostituito gli occhiali, il velo e la tonaca scuri di Suor Cristina, vincitrice di The Voice of Italy 2014. La religiosa, che alle audizioni del talent show musicale aveva emozionato il pubblico con la cover di No One di Alicia Keys e che nel corso del programma aveva duettato con artisti internazionali come Ricky Martin e Kylie Minogue, ha raccontato nello studio del talk show Verissimo, condotto da Silvia Toffanin, di aver lasciato la vita consacrata per abbracciare la musica. “Se mi volto indietro guardo il mio percorso con un profondo senso di gratitudine. Il cambiamento è un segno di evoluzione ma fa sempre paura perché è più facile ancorarsi alle proprie certezze piuttosto che mettersi in discussione. Esiste un giusto o sbagliato? Credo che con coraggio si debba soltanto ascoltare il proprio cuore”.
UNA VITA TRA RELIGIONE E MUSICA
La giovane siciliana, che nel 2008, a soli 19 anni, ha percepito la “chiamata” dal mondo religioso dopo aver interpretato il ruolo di Suor Rosa nel musical celebrativo del centenario della congregazione delle Suore Orsoline, si è unita alla squadra di J-Ax sul palco di The Voice nel 2014. Il talento di Suor Cristina ha ottenuto la vittoria e si è rapidamente sprigionato non solo nella sfera musicale con l’incisione di due album, ma anche in quella televisiva con la partecipazione a diversi programmi, tra cui Ballando con le stelle nel 2019. Nello stesso anno delle performances danzanti, Suor Cristina ha preso i voti perpetui ed è entrata così definitivamente nell’ordine religioso delle Suore Orsoline della Sacra Famiglia. “Non ho mai visto il conflitto tra queste due realtà, perché ho fatto il noviziato in Brasile e lì vedere suore, sacerdoti, religiosi che cantano sul palco è molto naturale, anche perché quando incontri Dio hai voglia di ballare, cantare, lodare, ringraziarlo. Il Brasile ha un po’ purificato quella mia passione, è diventato quel dono da donare. Ci credo ancora oggi nel potere della musica per trasferire messaggi importanti come questo”.
LA CRISI INTERIORE DURANTE LA PANDEMIA
La pandemia, però, ha sparigliato le carte. “Il successo non è stato facile, ma non ha messo in crisi la vocazione. A farlo è stato un cambiamento mio interiore, come se tutta questa esposizione al successo mi avesse posta davanti alla responsabilità enorme di essere esposta in tutto il mondo come una testimone di Dio. Questo mi ha fatto fare i conti con me stessa e fare un passaggio alla vita adulta”, ha spiegato Scuccia. “Il Covid mi ha fermata, è stato quel momento in cui adesso ti fermi, ti guardi allo specchio e ti dici se stai bene oppure no. Questa paura di deludere mi lasciava intrappolata, nei confronti delle suore, di mia madre, dei miei genitori. Non è stato semplice, anche perché non ho fatto solo i conti con la congregazione e la mia famiglia, ma anche con il mondo intero”. Nell’improvviso buio, fondamentale è stato il coraggio di chiedere l’aiuto di una psicologa. “Non riuscivo più a capire chi fossi. Dio non l’ho comunque mai messo in discussione, non l’ho mai rinnegato. Non ero più felice, probabilmente il mio cambiamento evolutivo non riusciva più a stare all’interno del mio abito”. Una delle ultime apparizioni in tonaca di Suor Cristina è stata al funerale del papà, ma “non mi sentivo coerente, avevo preso una decisione”. Oggi Scuccia vive in Spagna, dove fa la cameriera, e crede sempre nell’amore: “Sono innamorata della vita”.