«Grazie Carlo! Il tuo Cinema è la nostra Storia» è il titolo dello speciale TG5 in onda, in seconda serata, su Canale 5. La testata diretta da Clemente Mimun ha affidato ad Anna Praderio il compito di celebrare il 70° compleanno dell’artista romano.
Carlo Verdone, 70 anni un sacco belli: anni parte della vita di spettatori del cinema e della TV, per i quali il grande attore e regista è stato festeggiato da tutti i compagni di lavoro e dal suo stesso pubblico, cui Verdone da sempre regala divertimento, emozioni, uno sguardo affettuoso e spiritoso su difetti e fragilità, ossessioni, tic e nevrosi tipici dell’italiano medio.
Verdone, presente nello speciale della rete diretta da Giancarlo Scheri con un’ampia e generosa intervista, viene raccontato da colleghi e amici: Marco Giallini, Claudia Gerini, Paola Cortellesi, Aurelio De Laurentiis, Micaela Ramazzotti, Eleonora Giorgi, Nancy Brilli, Max Tortora, Anna Foglietta, Margherita Buy, Ilenia Pastorelli, Antonio Albanese.
Il cinema di Carlo Verdone ama le figure femminili: «Prima che arrivassimo noi, i cosiddetti nuovi comici – Troisi, Benigni, io – le attrici erano donne-oggetto. Nei film con Gassman e Tognazzi, loro erano i rimorchiatori che mettevano le corna. A parte Monica Vitti e Franca Valeri, non c’erano attrici che avessero ruoli di grande spessore. Ma quando è arrivato il femminismo ha capovolto tutto. Da parte mia ho sempre cercato di esaltare le attrici: il loro mondo è molto più interessante di quello maschile. Le ho sempre stimate di più: non so se dipenda dal fatto che avessi un rapporto meraviglioso e profondo con mia madre e le mie zie. L’universo femminile è più completo ed è più intelligente di quello maschile».
Verdone, attento conoscitore della materia medica, racconta anche un aneddoto legato al Coronavirus, una scena che quando tutto sarà passato potrebbe finire tale e quale in un suo film: «Entro nel mio bar molto presto di mattina per non incontrare nessuno, con la mascherina. Mi metto a un tavolino lontano da tutti, tolgo la mascherina, mangio, guardo il giornale. A un certo punto vedo una coppia poco distante da me. Mi alzo, prendo il casco e la signora mi fa: “signor Verdone, le è caduta la mascherina”. Mi rimetto la mascherina, ringrazio e mentre esco entra uno col catarro che tossisce, si copre la bocca e dice: “scusate ho perso la mascherina”. “Come ha perso la mascherina?! Guardi che se parla con le mani così è uguale, rimanga fuori che ora la cerchiamo”, gli rispondo. Poi guardo nel mio casco: la mia mascherina era lì… mi ero messo la sua mascherina! “Guardi, purtroppo è questa”, dico, guardando con odio lui e la signora. Gli ho restituito la mascherina e gli ho detto: “ormai è inutile, perché l’ho impestata io”. E aggiungo: “dica una cosa, ma lei sta bene?” … “Mi sembra di sì, ho un po’ de bronchite”. E allora non sta bene, porca miseria!”, concludo. Risultato: mi sono messo da solo in quarantena e… con una paura!».