Britti: «Il mio erede? Gabbani ricorda me 20 anni fa. Ma nessuno suona come me»

Britti: «Il mio erede? Gabbani ricorda me 20 anni fa. Ma nessuno suona come me»

Riservato e schivo, si apre solo quando sente parlare di musica e virtuosismi. Ha scelto di essere musicista e non divo né personaggio. Interroga anche il pubblico partenopeo, in migliaia accorsi ad ascoltarlo al Napoli Pizza Village, invitando chi suona ad alzare le mani al cielo. Alex Britti alla soglia dei 50 anni ha vinto già la sua battaglia con il tempo, non per l’aria ancora sbarazzina e immune da segni di vissuto, quanto per lo spirito ribelle e saldo in una calma apparente di chi ha puntellato la propria esistenza di tutti i punti fermi necessari, senza perdere la voglia di alleggerire la vita. Ha scherzato con il pubblico sulla sua golosità, sull’amore e persino sulla pizza quando lo hanno omaggiato di una con il suo volto impresso tra pomodoro e mozzarella. Liquida con distacco l’incomprensione con il pubblico molisano durante l’esibizione per il Corpus Domini di quest’anno e guarda con rassegnazione ai talent «anche se non è l’unico modo per emergere ed anzi se iniziassi ora la carriera sarei più uno smanettone e proverei ad avere successo in rete». Intanto ancora non intercetta un suo erede, capace di suonare come lui, ma Gabbani gli ricorda i suoi primi tormentoni.
Francesca Cicatelli, il Mattino

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