A Roma il RadioTv Forum di Aeranti-Corallo con i 40 anni dalla nascita del settore. Rossignoli: radio in ripresa, per le tv servono più tutele
Le emittenti locali stanno viaggiando a due velocità: da una parte ci sono i segnali di ripresa delle radio, la cui raccolta cresce da alcuni mesi a questa parte, dall’altra ci sono invece le televisioni che si trovano ancora in difficoltà. Per questo l’associazione Aeranti-Corallo, che oggi apre a Roma il suo RadioTv Forum, chiede che le tv siano «accompagnate» in questa fase e non solo tramite i contributi statali.
Anche perché, spiega il coordinatore Marco Rossignoli, la sfida della multimedialità-multipiattaforma non riguarda soltanto le tv nazionali, ma è difficile da affrontare se non si possono mettere in campo adeguati investimenti.
Domanda. In che stato è il settore delle radio e tv locali?
Risposta. Le tv stanno affrontando una situazione di particolare difficoltà, derivante dalla crisi del mercato pubblicitario e dal profondo cambiamento del modello trasmissivo. Per le radio, al contrario, il mercato sta registrando una inversione di tendenza significativa. L’emittenza locale ha oltre un terzo degli ascolti e un terzo della raccolta pubblicitaria, in alcune regioni la radio più ascoltata in assoluto è locale, nelle altre comunque ai primi posti si trovano emittenti locali. Per questo siamo molto interessati alla rilevazione degli ascolti e abbiamo partecipato alla costituzione della società che li rileverà dal prossimo anno.
D. Per la tv si parla di nuove modalità di fruizione, online e on demand: cosa accade con le locali?
R. Oggi la monetizzazione dei contenuti su piattaforme diverse da quelle tradizionali è ancora molto difficile. Tutte le emittenti hanno realizzato un proprio sito web, lo streaming quasi tutte, così i podcast dove vedere le diverse edizioni dei tg o altro. Il problema, ripeto, è monetizzare. Occorrerebbero ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo, in questo momento però difficili, per diventare un’azienda multimediale sul territorio. Il contesto è di grande cambiamento e le scelte politiche che sono state attuate non aiutano la ripresa del settore.
D. Per esempio?
R. C’è il tema dell’assegnazione di ulteriori frequenze in corso, quello della numerazione Lcn sempre in bilico. Tutto questo non agevola il settore che è costretto a pensare agli adempimenti burocratici anziché a come competere nel mercato.
D. Si preparano novità anche per i contributi statali
R. Da una parte si sta parlando di rifinanziarli e riorganizzarli, ma la soluzione non è immediata, dall’altra sono oggetto di riforma in senato. Nel frattempo sono in consultazione nuovi criteri per l’assegnazione dei contributi alle tv locali evitando interventi a pioggia e facendo riferimento alla rendicontazione. Sono posizioni condivisibili ma staremo a vedere in concreto come saranno attuate. E sulla destinazione alle locali dell’extra gettito Rai auspichiamo che lo stesso venga effettivamente realizzato.
D. In ogni caso i contributi ci saranno
R. Ma occorrerebbero scelte di politica governativa, non solo contributi statali, iniziative per stimolare la pubblicità locale, per esempio. Anni fa si era pensato a un credito di imposta a favore delle imprese che investivano sui mezzi locali. Si può creare un circolo virtuoso per l’economia. Poi occorrerebbero altre norme perché le pay tv, che guadagnano essenzialmente dagli abbonamenti, possono vendere pubblicità a prezzi inferiori a quelli di molte tv locali, e così le tv nazionali minori in chiaro, con una diminuzione del valore del mercato pubblicitario. C’è il tema delle televendite, che potrebbero essere di esclusiva competenza delle locali.
D. Una tutela per le locali, alla stregua di quanto si fa con le opere comunitarie?
R. Le tv locali vanno accompagnate in questa fase di ripresa. Nel momento del passaggio al digitale è scoppiata la crisi economica, c’è stato il crollo della pubblicità, la difficoltà ad accedere al credito bancario.
D. A che punto è la digitalizzazione della radio?
R. L’autorità ha fatto il piano frequenze con 39 bacini ed è in corso la procedura per il rilascio delle frequenze in 16 di questi bacini. Sono state costituite le società consortili che diventano operatori di rete. Ma una volta digitalizzati questi 16 bacini sarà un problema riuscire ad avviarne altri, perché mancano le frequenze. È indispensabile che siano recuperate nuove frequenze, per esempio il canale 13, attualmente destinato al ministero della difesa che però non lo usa.
D. Le emittenti magari non sono interessate a questo investimento
R. Il problema di fondo è che la radio digitale non va a sostituire quella analogica come avvenuto con lo switch off per il digitale terrestre. C’è uno sviluppo prevedibile nell’arco di 10/15 anni. Certamente se fosse presente in tutto il territorio la spinta potrebbe essere differente, oggi l’emittente spende da una parte e incassa zero dall’altra.
D. Quest’anno l’emittenza locale festeggia un importante anniversario
R. Sono 40 anni dalla nascita dell’emittenza locale, sancita dalla sentenza della corte costituzionale del luglio ’76, che ha posto fine al monopolio statale liberalizzando l’attività tv in ambito locale. Al Radio Tv Forum daremo anche un riconoscimento a tutte le emittenti locali che operano fino dal 1976. Vogliamo riaffermare che lo spirito di innovazione e cambiamento che ha caratterizzato la nascita delle imprese radio-tv deve essere rinnovato oggi con la rivoluzione digitale e le imprese devono avere lo stesso entusiasmo per affrontare la nuova sfida.
Andrea Secchi, ItaliaOggi