Frankie, il lungo addio di Isabelle Huppert

Frankie, il lungo addio di Isabelle Huppert

In concorso il film del regista americano Ira Sachs

Frankie‘ (Isabelle Huppert), celebre attrice francese, e la sua famiglia allargata trascorrono le vacanze a Sintra, stazione balneare portoghese. Ma non è una vacanza qualsiasi per la donna dal forte carattere e all’apparenza più che cinica, è solo un modo elegante per dare un lungo addio ai suoi cari, e meno cari, sperando solo non piangano (“la cosa peggiore è vedere la gente piangere, non lo sopporto” dice a un certo punto l’attrice). Nel film del regista americano Ira Sachs, in concorso a Cannes, assistiamo così a una sorta di teatrino di tutti questi parenti che la circondano – tra cui marito, ex marito, figlio (Jérémie Renier), colleghi e una cara amata amica che vuole ‘piazzare’ perché troppo sola – consapevoli di vivere una giornata particolare all’ombra di una morte imminente. In poche ore si mettono in gioco interessi, eredità, invidie e tutto il caravanserraglio di sentimenti che si agitano in questi casi. Di fronte a questo insulso teatro di vivi, quella che sembra stare meglio alla fine è proprio lei anche se, in chiusura di film, uno sguardo di Frankie (solo una superba Huppert poteva riuscirci) dice anche troppo di quello che si agita nella sua anima.”Frankie racconta l’indicibile realtà in cui ci si ritrova quando qualcuno sta per morire – dice Isabelle Huppert -. All’improvviso ci si trova davanti all’impossibilità di dire ciò che si ha, di parlare della propria malattia. Questa resta in qualche modo come innominabile nel film e ciò la rende ancora più paurosa. Il regista – aggiunge poi l’attrice – non cede mai ad alcun cliché sulla malattia, proprio come fa Frankie verso i suoi parenti, almeno quelli che la sanno prossima alla morte.Questo film è per certi versi sorprendente, originale e mai lacrimoso. Il desiderio di Sachs di non cadere nel pathos è il cuore stesso della sua scrittura”.E ancora la Huppert: “Frankie racconta così questa dimensione della malattia e della morte alla quale non si pensa mai. La cosa più dura da sopportare per il mio personaggio è il fatto che gli altri piangono ed è proprio per questo che lei si tiene lontana dal dolore. La sua distanza è un modo per trovare un’uscita che non c’è. Da qui anche il suo rifiuto di eventuali nuove cure”. Nel cast del film anche Brendan Gleeson, Marisa Tomei, Pascal Greggory, Ariyon Bakare, Vinette Robinson e Greg Kinnear.

Francesco Gallo, Ansa

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