Modà, fuori “Buona fortuna – parte seconda” e via al tour: “Vi promettiamo leggerezza, ne abbiamo tutti bisogno”

Modà, fuori “Buona fortuna – parte seconda” e via al tour: “Vi promettiamo leggerezza, ne abbiamo tutti bisogno”

La band è pronta a incontrare di nuovo il pubblico dopo lo stop forzato a causa della pandemia: dieci date nei palazzetti. Tgcom24 ne ha parlato con Kekko Silvestre

L’attesa è finita: con l’uscita di “Buona fortuna – parte seconda” l’ultimo album dei Modà è ora al completo. Diversamente dalla prima parte, in cui la band ha affrontato “argomenti un pochino più impegnati come il bullismo mediatico e l’Alzheimer”, le ultime sei canzoni trattano un unico tema, l’amore, declinato in diverse sfaccettature. “C’è l’amore per mia moglie, l’amore per mio padre, c’è l’amore dei bambini, c’è l’amore immaginario”, ha raccontato Kekko Silvestre a Tgcom24. Ma non è l’unica novità: il 2 maggio i Modà sono pronti a partire con il loro tour, di dieci date, rimandato diverse volte a causa della pandemia di Covid.

Dopo “Comincia lo show”, “Buona fortuna buona vita buona luna”, “Fottuto inverno”, “Non ti mancherà mai il mare”, “22 metri quadri” e “Scusa se non lo ricordo più”,i brani presenti nel nuovo Ep sono: “In tutto l’universo”, singolo già uscito il 14 febbraio, “Amore scolastico”, “Non ti somiglio”, “Pensando a te”, “Oh Oh Oh” e “Tirami l’amore in faccia”. Kekko Silvestre, Enrico Zapparoli, Diego Arrigoni, Stefano Forcella e Claudio Dirani potranno ora incontrare di nuovo il proprio pubblico dopo anni di lontananza forzata.

Perché l’album è stato diviso in due parti?

Partiamo dal presupposto che questo disco è nato tutto insieme, l’ho scritto tutto prima della pandemia, perché durante questi due anni ho preferito non scrivere proprio per la negatività che mi ha portato. Poi abbiamo analizzato il momento della discografia, che va veloce, e quindi abbiamo pensato che far uscire un disco con tanti brani poteva essere soltanto un danno, sarebbe stato come buttarlo dalla finestra. Quindi abbiamo deciso di dividerlo in più parti per cercare di dare più peso alle canzoni.

Quale criterio avete utilizzato?

Da una parte c’è “Buona fortuna – Parte prima”, dove gli argomenti sono un pochino più impegnati, dal bullismo mediatico all’Alzheimer, dall’altra “Buona fortuna – parte seconda”, dove invece ho cercato di rimanere “più leggero” parlando solo d’amore, di cui in questo periodo abbiamo bisogno più che mai. E non mi interessa se dicono che non c’è una direzione precisa, perché i Modà non hanno un genere, i Modà sono uno stato d’animo.

Cosa ha significato stare lontano dai fan?

Ha significato soprattutto capire quanto ne abbiamo bisogno. Io penso che in questo momento il fatto di ripartire con un tour e tornare a suonare in uno spazio grande al chiuso sia la cosa più bella, perché segna veramente la fine di un momento. Il vero peccato è che finito quel periodo ne stiamo vivendo un altro peggiore, la guerra in Ucraina. Se mi immedesimo in questa storia, devo pensare che domani mattina mi sveglio, prendo mia figlia e mia moglie per mano e abbandono la mia casa e il mio Paese, ma di cosa stiamo parlando? Solo perché uno si è svegliato la mattina e ha deciso di giocare a Risiko. 

Affronterete anche questo tema nel vostro tour?

Sicuramente non possiamo cambiare il mondo con le canzoni, ma per lo meno aiutare attraverso piccoli gesti. Infatti, durante il tour faremo qualcosa per far valere il nostro punto di vista, perché non esiste una guerra giusta. L’unica cosa giusta di una guerra è la fine.

Cosa deve aspettarsi il pubblico durante il tour? C’è una promessa che vorresti fare?

Vi prometto che faremo tutte le canzoni di “Buona Fortuna”, che suoneremo ancora qualche canzone di “Testa o Croce”, che faremo quasi tutte le hit che ci hanno accompagnato negli anni nel nostro percorso e che, come sempre, chiuderemo con “Viva i romantici”. Ci divertiremo, cercheremo di passare quelle due ore insieme come abbiamo sempre fatto, lasciando a casa i problemi e pensando soltanto alla musica per cercare di respirare, per vivere due ore con la leggerezza di cui abbiamo tutti bisogno.

Sono oltre 20 anni che esistono i Modà, pur con alcuni cambi di formazione. Come ha fatto il gruppo a rimanere unito?

Sicuramente il rispetto reciproco dei ruoli, siamo grandi amici oltre che dei professionisti e ognuno sa qual è il proprio ruolo all’interno della band. Io scrivo e nessuno mi mette i bastoni tra le ruote, come io non andrò mai da un musicista a dirgli come deve suonare. Credo che poi alla fine il rispetto reciproco, l’amore per il nostro mondo musicale ci tenga ancora uniti. E poi c’è l’amore del pubblico a tenerci uniti, perché tutti ci siamo resi conto di quanto affetto abbiamo da parte del nostro pubblico e questa cosa ci fa sentire protetti. 

A proposito di amore, perché i Modà parlano ancora di amore a fronte di un panorama musicale che, soprattutto tra i più giovani, sembra non volerne più parlare?

Sono sempre stato circondato dall’amore. Come recita il brano “Non ti somiglio”, “sarà che sono cresciuto tra le braccia di chi non mi ha fatto mancare niente, sarà che è stato meglio meno soldi e molti più momenti perché quelli non te li compri, perché quelli non li scordi”. Io non sono mai stato povero, la mia famiglia non ha mai avuto problemi a portare il cibo in tavola. Ma quello che veramente mi ha nutrito è stato l’amore delle persone che ho avuto intorno. Nelle mie canzoni ho parlato anche di altri argomenti, però poi alla fine penso che tutto ruoti intorno all’amore, non esisterebbe la vita, non esisterebbe il senso della vita se non ci fosse l’amore.

Un artista di oggi che apprezzi particolarmente?

A me piace il rap, Salmo mi piace molto, e anche Emis Killa. La trap, invece, è un po’ diversa, va veloce, non rimarrà. Va in qualche modo a oscurare tutta quella parte di tradizione della nostra musica che viene ignorata da un punto di vista mediatico, radiofonico ma che alla fine vince sempre sui concerti. Per i Modà, che sì sono tradizionalisti ma fanno musica diversa dagli anni 60, l’importante è suonare davanti alla gente. Le classifiche importanti sono quelle dei biglietti venduti, i miei follower stanno ai concerti.

C’è una canzone che è ancora nel cassetto?

Sì c’è, però non è il momento, ma quando arriverà vi racconterò tutta la verità e uscirò allo scoperto. Ora rischierei di farmi più male di quello che mi hanno già fatto.

Le date del tour sono: 2 e 3 maggio al Mediolanum Forum di Assago di Milano; 9 maggio all’Arena di Verona (sold out); 13 e 14 maggio al Palacatania di Catania (sold out); 17 maggio al Palasport di Reggio Calabria; 20 maggio al Palaflorio di Bari; 21 maggio sempre al Palaflorio di Bari (sold out), 26 maggio al Palazzo dello Sport di Roma; 28 maggio al Pala Sele di Eboli.

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