«NON SONO NÉ UOMO NÉ DONNA» SVOLTA IN TV NELLA SERIE «BILLIONS»

«NON SONO NÉ UOMO NÉ DONNA» SVOLTA IN TV NELLA SERIE «BILLIONS»

Arriva il primo personaggio «genderqueer». Asia Kate Dillon: supero i generi

«Salve, sono Taylor. Vorrei che si rivolgesse a me con il pronome “loro”». Poche parole per una rivoluzione: Taylor Mason è il primo personaggio genderqueer della tv. Stagista di Bobby Axelrod nella seconda stagione di Billions, la serie con Damian Lewis e Paul Giamatti ispirata alle scorribande di Wall Street, in onda su Sky Atlantic il lunedì sera. L’identità genderqueer è quella di chi non si riconosce nel binarismo di genere uomo/donna. Come l’attrice che interpreta Taylor, Asia Kate Dillon, già vista in «Orange Is the New Black» nel ruolo della suprematista bianca Brandy. «Wall Street è tra le istituzioni più refrattarie ai cambiamenti», spiega il co-creatore e produttore esecutivo Brian Koppelman. «Abbiamo pensato d’introdurre un personaggio fuori dagli schemi». Una svolta, dopo gli eccessi di machismo della prima stagione.
Androgina nell’aspetto, Taylor è persona analitica, e intelligentissima; la sua scala di valori diversa dal classico operatore di un hedge fund. Attira presto l’attenzione di Axe, che le affiderà responsabilità sempre maggiori. «Hai un punto di vista unico», le dice. «È un grande vantaggio». Gli sceneggiatori sono bravi a non cadere nei cliché. Taylor non è definita dalla lotta per farsi accettare, ma già inserita nel contesto. Sono i colleghi, casomai, a dover fare lo sforzo. Inciampano coi pronomi, Axe li corregge con nonchalance. Si smontano preconcetti sciocchi e altri più profondi. «Perché pensi che sia vegan?», chiede Taylor al sodale Mafee (Dan Soder) nel primo episodio. E quello, stupito: «Non lo sei?». Più tardi, al torneo di poker, Todd Krakow (Danny Strong), nemico di Axe, la insulta bollandola «quella cosa lì». Lei si rifarà battendolo. Funzione del personaggio Taylor è quella di agire da contrasto, sottolineando così il machismo di Wall Street affinché gli spettatori non vi si assuefacciano. E se non tutte le persone genderqueer preferiscono i pronomi plurali, Dillon dice che il ruolo di Taylor l’ha aiutata a scoprire se stessa. «Quando, prima ancora di ottenere la parte, ho letto nella descrizione, “sesso femminile, genere non-binario”, ho capito che ero proprio io. Già un paio d’anni fa avevo rinunciato al pronome “lei”, preferendo semplicemente Asia. Ma non sapevo ancora che esistesse una terminologia per ciò che sono. Magari ci fosse stato alla tv un personaggio come Taylor quand’ero ragazzina».
Oggi, le «nuove» identità di genere sono più rappresentate sul piccolo schermo, anche da giovanissimi. Se nella terza stagione di «Transparent», appena conclusa su Sky Atlantic, la 12enne attrice trans Sophia Grace Gianna era, in un flashback, un pre-adolescente Mort (la protagonista Maura, Jeffrey Tambor) alla scoperta della propria identità, nella nuova stagione di «Modern Family», in onda su Fox in prima serata dal 14 aprile, c’è un bambino transgender: Tom, l’attore trans di otto anni Jackson Millarker. Succede nell’episodio «A Stereotypical Day», dove Cameron e Mitchell, genitori gay di Lily, permettono alla figlia d’invitare a casa il nuovo amico trans, e un incidente spingerà tutti a una maggiore tolleranza. «Questo è Jackson, viene da Atlanta e il caso vuole che sia transgender», ha scritto in un post di Facebook Ryan Case, tecnica del montaggio e regista dell’episodio. «Uno dei tanti motivi per cui amo far parte di questa serie».

Il Corriere della Sera

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