In Lego Movie 2. L’attore, sto scrivendo romanzo con mia moglie
Sono pochi gli attori che hanno modo di doppiare un supereroe, per poi ritrovarlo in versione comica e animata a mattoncini 3d. E’ successo a Claudio Santamaria, come voce italiana di Christian Bale nella trilogia su Batman di Christoper Nolan, e per l’uomo pipistrello in The Lego Movie, lo spin-off Lego Batman (per il quale si parla anche di un futuro sequel) e ora in The Lego Movie 2: Una nuova avventura di Mike Mitchell in sala dal 21 febbraio con Warner Bros. Stavolta Batman deve affrontare una sfida ‘di cuore’: viene scelto come futuro marito dalla multiforme regina Wello Ke Wuoglio, monarca dei temibili ma adorabili ‘nemici’ Duplo. “La forza trainante del racconto sono le donne. E’ la regina che riesce a far aprire l’anima di Batman al femminile. Gli uomini in questa storia capiscono poco”.L’attore ora è impegnato con la “moglie Francesca (Barra, ndr) nella scrittura di un romanzo per Mondadori. Non posso ancora anticipare nulla sulla storia, ma spero poi di trarne il mio primo film da regista”. E’ anche fra i protagonisti dell’attesissima opera seconda di Gabriele Mainetti, Freaks out; del nuovo film di Gabriele Salvatores, Se ti abbraccio non aver paura, con Valeria Golino e Diego Abatantuono, ed è nel cast di I Migliori anni di Gabriele Muccino, insieme a Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Pierfrancesco Favino, che andrà sul set in estate. Tornando ai mattoncini animati, Santamaria spiega che “in The Lego Movie e Lego Batman erano centrali il valore dell’unione e della famiglia. Qui si scopre invece l’importanza del trovare il proprio complice nella vita e l’impegno che richiede”. Il film “è sulla paura che qualcuno che ci sembra diverso possa rompere i nostri equilibri e scombinare la nostra vita, invece può diventare un valore aggiunto”. Per l’attore “è uno dei lavori più divertenti che abbia mai fatto. Adoro il personaggio. Doppiare Christian Bale nei film di Nolan è stato un lavoro interessantissimo e meraviglioso, ma Batman mi piace di più in questa versione piccolina che in quella reale. E’ da ricovero, ne vengono rappresentati tutti gli aspetti più fragili. I realizzatori sono riusciti a creare uno dei personaggi per me più divertenti della storia dei cartoni animati. Gli vuoi bene perché è buono e, pur indossando la maschera, non nasconde quello che è realmente. Rendendolo buffo, questi film lo mostrano nel suo essere rimasto bambino. E’ un personaggio in cui ci si può identificare. Non ha superpoteri suoi, è un supereroe per sforzo, per questo ci è più simpatico di Superman”.Per Santamaria fra gli elementi più belli dei Lego movie “c’è il fatto che tutti questi mondi nascono dalla fantasia di un bambino. Lo trovo un messaggio molto bello, in un’epoca così digitalizzata, in cui si subisce davanti a un telefono o a uno schermo”. L’attore tornerà quest’anno sul grande schermo con Se ti abbraccio non aver paura di Salvatores, tratto dal romanzo di Fulvio Ervas, sulla storia vera di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in moto per tre mesi tra Stati Uniti e Sud America, e con Freaks out di Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), su un gruppo di particolari ‘esclusi’ nella Roma del ’43: “Gabriel ha fatto un secondo film alzando l’asticella ancora di più. Ha avuto molto coraggio, ha lavorato come al solito al massimo, preparandosi con grande attenzione. Lo stimo anche per questo. Lui fa i film che vorrebbe vedere al cinema e anch’io scelgo così i progetti”. Per Santamaria “da un po’ di tempo a questa parte c’è una ripresa nel cinema italiano dal punto di vista del coraggio, nel puntare su idee nuove, nella volontà di sperimentare. E anche i produttori si sono riaperti a rischiare, tornando a una caratteristica che ci aveva reso famosi nel mondo, l’esplorazione dei generi, abbandonata tanti anni fa”.
Francesca Pierleoni, Ansa