Il garante ha posto 11 quesiti alla Lega sui piani della società spagnola
Lo scoglio di Sky e Mediaset per un possibile fronte comune
In queste settimane si sta preparando una bella partita a scacchi per risolvere il rebus dei diritti televisivi sulle partite di calcio della Seria A 2018-2021. E ci sono una serie di mosse già pronte, che però devono attendere l’ok delle Authority. Lo scorso 7 febbraio, infatti, la Lega Serie A ha notificato all’Antitrust che l’offerta migliore era risultata quella dell’intermediario indipendente spagnolo MediaPro, impegnatosi a versare 1,050 miliardi di euro all’anno per tre anni.
L’Authority, a partire dal 7 febbraio, ha 45 giorni di tempo per dare o non dare l’ok alla assegnazione.
Deve fare una serie di controlli, che saranno ancor più capillari visto che MediaPro, successivamente al 7 febbraio, ha addirittura cambiato il soggetto di controllo (il fondo cinese Orient Hontai capital ha acquisito il 53,5% della holding Imagina Media audivisual che possiede MediaPro). E il 16 febbraio, infatti, l’Antitrust ha scritto alla Lega Serie A ponendo 11 quesiti relativi alla solidità di MediaPro, alla sua patrimonializzazione, alla indipendenza effettiva della società, al modello di business che ha in mente. Deve inoltre capire se il bando di assegnazione dei diritti a un unico intermediario indipendente ha rispettato i vincoli della Legge Melandri (soprattutto perché l’offerta è arrivata da un unico soggetto, MediaPro, senza che altri competessero). Alla fine di queste verifiche dell’Antitrust (che potrebbero concludersi entro il 24 marzo) l’iter non è però terminato: tornano in gioco sia l’Antitrust, sia l’Agcom che, singolarmente, dovranno valutare il progetto vero e proprio di MediaPro, ovvero i singoli pacchetti proposti al mercato, in modo che sia garantito il pluralismo e non vi siano pacchetti eccessivamente sbilanciati.
In conclusione, e ricevuti tutti gli ok, MediaPro, entro 20 giorni, potrà sfilarsi dalla operazione, nel caso di nuovi vincoli o paletti imposti (e in questo caso l’ipotesi più probabile è un terzo bando indetto dalla Lega Serie A), oppure dovrà presentare una fideiussione bancaria a garanzia dei 3,150 miliardi di euro promessi alla Lega Serie A per il triennio 2018-2021.
Chiaro che è interesse di MediaPro coinvolgere in primis Sky e Mediaset Premium, ovvero le uniche due piattaforme con abbonati reali che hanno pagato per vedere le partite di calcio di Serie A. Da un lato, però, è interesse di MediaPro anche rompere il fronte comune di Sky-Premium, presentandosi alla firma della fideiussione con un contratto già in tasca. Dall’altro, tuttavia, i due soggetti pay, marciando uniti, potrebbero veramente spaventare MediaPro: anche guardando a come si è svolta l’asta per i diritti della Premier league inglese (Sky e Bt hanno preso il grosso, e, per ora, gli ott alla Amazon sono rimasti alla finestra), le due pay tv hanno una posizione di forza, rappresentando, in sostanza, la stragrande parte del mercato italiano (se MediaPro non vende a loro i diritti, a chi li vende?), e preferirebbero entrambe (più Sky di Premium) acquistare solo i diritti tv, per poi impostare una propria linea editoriale caratteristica, e non comprare, invece, l’eventuale canale della Lega preconfezionato (che, peraltro, anche la Lega considera sempre una estrema ratio).
Con un fronte comune Sky-Premium, in più, è certo che le partite di calcio continuerebbero a vedersi su entrambe le piattaforme pay, con una diffusione ampia e una soddisfazione maggiore da parte di tutto il mercato legato al calcio (tifosi, società e sponsor).
Ma la partita a scacchi, come dicevamo, è appena cominciata.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi