“Tutto accade” (è il titolo del nuovo album) perché tutto cambia e tutto è cambiato nella vita di Alessandra Amoroso. Non a caso, in questi ultimi due anni e mezzo. Molti brani sono arrivati prima “che nella mia vita accadessero determinate cose” e Alessandra così ha voluto raccontare tutte le sue sfumature. “I lati più “oscuri – spiega a Tgcom24 – e quella parte di colori che non ha mai fatto vedere”.
Ben 14 i brani inediti che vantano una squadra di autori “tanto diversi tra loro ma scelti con cura”: Paolo Antonacci, Davide Petrella, Federico Zampaglione, Federica Abbate, Giordana Angi, Rocco Hunt, Roberto Casalino, Cheope, Virginio Simonelli e ancora Federica Camba, Daniele Coro, Antonio Iammarino, Daniele Magro, Fabio Gargiulo e Davide Simonetta. Il tutto arricchito da produttori come Dario Faini che ha fatto da “supervisore”, Francesco “Katoo” Catitti e Takagi & Ketra.
Alessandra come lo definisci questo lavoro?
L’ho chiamato disco verità. In ogni traccia, nella grafica come nei testi scritti da altri, c’è Alessandra. Ci sono io che ho fatto pace con me stessa. Non ho mai vissuto in maniera serena questo successo, cantante è una “parolina” che non ho mai usato, non mi definisco artista ma una donna che porta in giro l’entusiasmo. Sono sempre io , la stessa persona che canta, va a fare la spesa e va ai concerti con la propria auto…
Ascoltando le tue parole e soprattutto l’album, l’impressione è che tu sia cresciuta personalmente ma anche artisticamente, è così?
Per me è stato difficile e facile nello stesso tempo uscire dalla mia comfort zone. Volevo raccontare questo percorso anche attraverso la musica e la ricerca di suoni differenti. Non è un caso se Dario Faini è il supervisore, gli ho sempre però raccomandato di non stravolgere chi sono stata. Di farlo con cautela. Non ho mai seguito le mode. Essere autentica è fondamentale, volevo far vedere una parte diversa ma senza dimenticare il mio passato.
Alessandra si è riscoperta?
Certo. Tanto che ci sono all’interno cambiamenti anche vocali dove ad esempio in “AleAleAle” ho una vocalità differente, sonorità più basse e ne tocco altre… E’ stato uno sperimentare anche attraverso la voce e mi sono molto divertita.
In cosa sei cambiata?
La verità è che in questi anni mi sono disegnata totalmente sbagliata. Le tante mie insicurezze e i miei paletti hanno fatto sì che mi approcciassi alle cose in un modo. Ho cominciato a lavorarci e fare un percorso. Ho provato a guardare da un’altra parte credendo di più in me stessa. Oggi sono una donna più sicura, consapevole e forte. Non giudico l’Ale di prima, la prendo per mano le dico grazie… le ho chiesto anche scusa.
La cover racconta di tante Amoroso…
Ci sono molte foto nell’album…mi sento molto a mio agio con la fotografia, c’è una parte di me che non vedo tutti i giorni, è come se prendesse vita un’altra Ale, mi è sempre venuto spontaneo farmi fotografare. Mia nipote è così.
A proposito in “Tutte le volte” si sente la sua voce…
E’ il mio unico featuring (ride, ndr). Ho raccontato l’amore spassionato della mia “polpettina”. E’ un regalo che le volevo fare. Se la ritroverà da grande, è una mia coccola, anche da lontano… Ha una bella voce, canta…
A quale album del passato si avvicina di più “Tutto accade”?
A nessuno perché sono totalmente diversa io. E’ una Alessandra 2.0.
La Amoroso 2.0 come dialoga con la generazione 2.0 che oggi ha Sangiovanni come mito?
Sangiovanni è molto bravo, è un mondo diverso di dialogare ma è bello cambiare e studiare cose nuove, sono belle le contaminazioni. In realtà io sono sempre io, dialogo bene con mia nipote di 5 anni, con il ragazzino di 14 come con mia mamma che ne ha 67…
A San Siro come ti stai preparando?
Con la scelta dei brani anche se ogni giorno cambia qualcosa. Ho già in testa una direzione ma adesso bisogna vedere la praticità. E’ un attimo che è il 12 luglio.
E a Sanremo ci pensi?
Tutto accade o non accade. E non è un caso. Sia chiaro, amo la manifestazione ma ancora non sento l’esigenza di partecipare…
Santo Pirrotta, Tgcom24