Nella volata finale prima delle elezioni Sacha Baron Cohen sfida la presidenza di Donald Trump con due nuovi film, uno molto serio e l’altro super-comico: dopo aver interpretato la parte dell’attivista Abbie Hoffman nella ricostruzione per Netflix del “Processo ai Chicago 7”, l’attore britannico si è rimesso i panni di Borat portando, 15 anni dopo il primo “mockumentary” sul giornalista kazakho Borat Sagdiyev, la sua satira al centro della campagna per le presidenziali. “Borat 2” uscirà in streaming su Amazon Prime il 23 ottobre e Baron Cohen ha rivelato al New York Times come qualche mese fa è riuscito a introdursi, mascherato da Trump, a una riunione di un comitato conservatore in Maryland a cui doveva parlare il vice-presidente Mike Pence. Superati i cordoni di sicurezza fingendo di avere addosso un defibrillatore, l’attore aveva fatto irruzione nella sala portando una giovane donna sulle spalle (l’attrice Irina Nowak che nel film è la figlia Sandra Jessica Parker Sagdiyev): “Mr. Vice-President, ho un regalo per lei”.
La scena, documentata all’epoca da fotografi che avevano parlato di un “imitatore di Trump non identificato”, è inclusa nel trailer del film per realizzare il quale Baron Cohen ha dovuto anche “restare nel personaggio” per cinque giorni di seguito dopo aver chiesto ospitalità a un gruppo di complottisti di destra.
Sulla stessa vena ma in tono decisamente più serio, Baron Cohen ha dato voce e volto al fondatore del movimento degli Yippies (Youth International Party) Hoffman per Aaron Sorkin.
“Il Processo ai Chicago 7” ricrea un momento storico che risuona attuale nei giorni delle marce del movimento Black Lives Matter: lo spettatore “viene paracadutato” a quando nel 1968 la polizia di Chicago usò la forza contro le proteste contro la guerra del Vietnam alla Convention democratica di Chicago portando all’arresto dei leader delle manifestazioni.
ANSA