Sophia Loren festeggia il suo 90° compleanno e nella sua scintillante carriera come attrice ha collezionato ruoli iconici e riconoscimenti in tutto il mondo. Il più prestigioso è sicuramente l’Oscar ricevuto nel 1960 come miglior attrice protagonista per un film che stregò Hollywood, ‘La Ciociara’ di Vittorio De Sica.
L’attrice, però, non partecipò alla serata di premiazione nel 1962 (fu Greer Garson a ritirare il premio al suo posto) e seppe della vittoria grazie a una telefonata di Cary Grant. I due avevano recitato insieme in ‘Un marito per Cinzia’ nel 1958 e, per ammissione della stessa attrice, hanno avuto un flirt negli anni sessanta. “Era notte – ha raccontato Loren – e squillò il telefono. Cary Grant mi urlò nella cornetta ‘Sophia! Hai vinto Sophia!’ Ho iniziato a saltare sul letto. In quel momento mi sentivo arrivata, ma la verità è che ho sempre avuto il complesso di quella che non ha studiato: ho fatto solo le elementari e mai frequentato corsi di recitazione”.
‘La ciociara’, diretto da De Sica e prodotto dal marito Carlo Ponti, fu proprio il film-simbolo che consacrò definitivamente Sophia Loren a livello internazionale, dopo essere stata diretta da famosi registi italiani e stranieri quali Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Mario Camerini, Charlie Chaplin, Sidney Lumet, George Cukor, Michael Curtiz, Martin Ritt, Anthony Mann, Peter Ustinov, André Cayatte, Arthur Hiller e Stanley Donen. In particolare con De Sica, con il quale girò otto film, formò un ideale sodalizio, spesso completato dalla presenza di Marcello Mastroianni.
La parte di Cesira era stata inizialmente offerta ad Anna Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto interpretare la figlia Rosetta, e la regia del film era stata inizialmente assegnata a George Cukor. Ambientato negli anni della seconda guerra mondiale, ‘La ciociara’ è tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. All’epoca la Loren aveva solo 26 anni quando inaspettatamente De Sica le propose il ruolo di Cesira. Un personaggio semplice e popolano, con una forte venatura drammatica che Sophia riuscì a far emergere con straordinaria disinvoltura e naturalezza. Molteplici le scene emblematiche del film, come la scena dello stupro dentro una chiesa abbandonata, il momento del risveglio con l’abbraccio tragico di calore materno verso la figlia Rosetta pregante e uno sguardo intenso e commovente; la scena simbolo in cui Cesira sfoga la propria rabbia per la violenza subita, cadendo a terra in un pianto straziante quanto liberatorio. Oltre al Premio Oscar per la migliore attrice protagonista, questa interpretazione le fece ottenere la Palma d’oro a Cannes, il Bafta, il David di Donatello e il Nastro d’argento.