Costantino della Gherardesca: “Non fidatevi, in tv quelli che sembrano buoni sono i veri cattivi”

Costantino della Gherardesca: “Non fidatevi, in tv quelli che sembrano buoni sono i veri cattivi”

Dal 20 settembre torna su Rai2 con ‘Pechino Express – Viaggio in Africa’. “L’unico modo per conoscere il mondo e se stessi è viaggiare”

“Amo Pechino Express, è l’unico programma di intrattenimento che ti fa vedere il mondo. Conoscere gli altri Paesi aiuta a conoscere se stessi, nel bene e nel male”. Costantino della Gherardesca torna a condurre il programma, questa volta alla scoperta dell’Africa, dal 20 settembre su Rai2. Ironico, battuta pronta, da The voice a Secondo Costa a Boss in incognito caratterizza ogni programma. Piccole novità nel meccanismo di questa settima edizione: la coppia vincitrice di tappa decide di far viaggiare insieme due coppie, che saranno collegate da un telefono analogico e da quel momento diventano una squadra. Possono decidere se viaggiare insieme o separate, ma dovranno arrivare al traguardo insieme. Saranno a rischio eliminazione le ultime tre coppie arrivate al traguardo. Sarà il gruppo a decidere chi eliminare, tramite le palette. Negli zaini delle coppie ci saranno delle piccole videocamere, “soprattutto per raccontare cosa avviene la notte”.

Costantino, tutte queste edizioni di ‘Pechino Express’ cosa le hanno lasciato?

“Tanto. Ho viaggiato nella vita ma grazie alla tv ho scoperto in modo diverso i Paesi. Taiwan lo conosciamo come luogo turistico, lo sapeva che è uno dei Paesi dove si mangia meglio al mondo? Cibo straordinario, non amo la cultura dello street food, a Taiwan è diverso”.

Stavolta siete andati alla scoperta dell’Africa: com’è andata?
“Molto bene. Sono stati accoglienti, le situazioni cambiano di Paese in Paese. Quando ho fatto io il concorrente di Pechino Express in Cina, ad esempio, erano piu restii o paranoici ad avere ospiti in casa anche perché non si fidano, ci sono i controlli del governo. Non vogliono rogne. In Marocco sono stati estremamente ospitali. Rispetto ai primi anni che ci sono andato, ho trovato un Paese felice. Mi ha colpito che tanti italiani siano andati a vivere in Marocco”.

Quanta ipocrisia ha trovato in tv?
“In tv solitamente le persone che sembrano cattive – come me – sono buone. Quelle che sembrano buone sono le più cattive dietro le quinte. Chi fa il buono è una iena. Ha presente chi si commuove piange e a ha tanti sentimenti in tv? Beh, nella vita è un assassino. Si fa per dire”.

Con qualcuno è diventato amico?
“Victoria Cabello, ma non la vedo spesso. Poi ci sono persone con cui vado d’accordo come Enrico Lucci e Corrado Formigli. Trovo irresistibile Bianca Guaccero, che adesso conduce Detto fatto“.

Lei ha debuttato con Piero Chiambretti nel 2001: come andò?
“Ero uscito dall’università, scrivevo per una rivista anarchica. Piero mi invitò: ero andato li a parlare dei no global”.

Con i suoi tredici cognomi.
“Esatto. Avevo idee molto precise. Ma guardi che nella mia famiglia sono tutti liberal, aperti di mente più di me. Io sono il piu venale, e devo ammettere, anche il piu cafone. Col tempo penso solo al lavoro”.

Non è aristocratico lavorare?
“Io sono convinto che si debba dare l’impressione di non fare un cavolo e segretamente lavorare come pazzi”.

Ma il suo sogno era fare televisione?
“Ho sempre molto amato la televisione, ma il mio sogno anni 90 prima dell’11 settembre, era fare l’artista. O pensavo che il mio mondo sarebbe stato una comunuty di hippy, droga libera e cose così. Ero abbastanza incosciente, invece adesso ho sogni concreti”.

Tipo?
“Sogni molto banali. Una casa di proprietà, una per le vacanze dove invitare gli amici. Il dramma è che il mio sogno era avere una casa disegnata dall’architetto Kerry Hill, sfortunatamente è morto venti giorni fa”.

Parlando seriamente cosa le ha dato la televisione?
“Il lavoro mi ha dato una stabilità mentale, soffro di depressione. Avere una routine, essere impegnato e non avere tempo per pensare a me stesso aiuta a non deprimermi”.

Rifarebbe ‘The voice’?
“Io non so se rifarò o no The voice, ma se la rete me lo chiedesse lo rifarei”.

Si può portare ironia nel talent?
“È difficile portare l’ironia in televisione. Con i social c’è questo meccanismo della gogna che è terribile. La gente fraintende l’ironia, la stiamo perdendo per strada. Se dicessi in tv le cose che dicevo dieci anni fa, mi metterebbero in carcere. Oggi sono un’educanda”.

Se potesse scegliere cosa farebbe?
“Andare in giro secondo me è un’esigenza, nella nostra televisione si parla solo dell’Italia. Se non si vede il mondo non si capisce, e non si può capire l’Italia, non ci sono termini di paragone. Pechino Express lo fa facendo intrattenimento in modo leggero. Altrimenti mi piacerebbe un programma di cabaret in prima serata. Ma la gente si offende, tutti si offendono per tutto, un segno di grande insicurezza”.

Ha 41 anni: tempo di bilanci?
“Certo che faccio bilanci: sono ancora single, non ho proprietà immobiliari, devo darmi da fare. Ma in realtà non vedo l’ora di andare in pensione, di diventare come Albin, il protagonista del Vizietto: il mio sogno sarebbe vivere in Costa Azzurra e pensare solo alla carta da parati e ai vasi”.

È diventato un figurino, è iniziata l’era del narcisismo?
“Sono molto attento alla moda, sono dimagrito trenta chili per mettermi i completi dei modelli francesi, quelli magrissimi. Camicia dentro i pantaloni e via. Non bevo mai, una volta al mese mi concedo due bicchieri di vino bianco. La mia nutrizionista a Dubai, grande ricercatrice metabolica, mi ha messo a posto”.

Aiuti l’umanità, sveli il segreto.
“Mai solo dieta proteica: con la proteica poi si riprende peso. Mangiare poco di tutto”.

Ha raccontato che nella sua famiglia hanno dissipato patrimoni: anche lei ha le mani bucate?
“Ho le mani bucate però sono una persona generosa, trovo che la tirchieria sia spaventosa. Chi è avaro in genere è avaro anche di sé. Se vincessi il superenalotto vorrei vivere a Londra, ma è veramente cara. Ci ho vissuto da ragazzino, era tutta un’altra cosa”

 

LaRepubblica.it

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