La conduttrice al timone del talk pomeridiano di Raiuno: “Racconteremo le vite degli italiani”
La spiegazione sta tutta nell’aggettivo. «Il nostro sabato sarà italiano perché sono soprattutto i personaggi, noti o sconosciuti, ma comunque capaci di riassumere in sé le caratteristiche tipicamente tricolori, che vogliamo raccontare». E che il Sabato italiano di Eleonora Daniele (al debutto questa settimana su Raiuno) punti al bianco, rosso e verde lo ribadisce l’identico aggettivo posto alle storie che, sempre la Daniele sulla stessa rete, da una settimana ha ripreso a raccontare quotidianamente: prima erano Vere ora sono Storie Italiane. E con lo stesso obbiettivo: «Proporre vicende positive, anche quando sono drammatiche, e contenuti puliti, che inducano a riflessioni costruttive». Sabato italiano sarà il talk del sabato pomeriggio al posto di quello di Paola Perego che i vertici Rai hanno deciso di chiudere dopo l’infuocata polemica sulla puntata in cui si parlava in modo indelicato delle donne dell’Est. Eleonora si presenta lontana anni luce dalla vacuità patinata del Grande fratello: da quel suo esordio (era il 2001) la Daniele è cresciuta fino a diventare una conduttrice attenta al sociale e sensibile. «Viviamo un periodo storico in cui c’è bisogno di buone notizie. Di quelle storie, cioè, che possono indurre alla speranza; che possano allargare il cuore. E ce ne sono. Sono anzi molto più numerose delle cattive. Solo che non fanno rumore. E perfino quando mancano, dalle negative si può trarne uno spunto costruttivo».
Per esempio?
«Prenda le alluvioni. O la tragedia della solfatara. Non dobbiamo considerarne solo la drammaticità. Dobbiamo chiederci: si potevano evitare? Cosa si può fare perché non si ripetano? Trarre il bene dal male, insomma».
Eppure si è sempre detto che è il pubblico ad essere attratto dalle cattive notizie.
«Perché suscitano un fascino maggiore; non c’è dubbio. Ma solo inizialmente. Poi stancano; nauseano anzi. In sedici anni che conduco ho sperimentato personalmente che arriva il momento in cui il pubblico non ne può più di respirare aria viziata. Questo è uno di quei momenti. C’è bisogno di allargare i polmoni. Due carabinieri sono accusati di aver stuprato due turiste? Beh: noi raccontiamo di altri due carabinieri, che hanno coraggiosamente sventato un furto. Invitiamo qualcuno che ha un grosso problema a raccontarlo? Poi però cerchiamo anche di aiutarlo: di metterlo in contatto con le istituzioni, con le realtà civili che possano risolvere. Non si può pensare solo al nero. La vita è piena di colori. E i colori sono più vivi del nero».
A proposito di colori: perché il richiamo al bianco, rosso e verde?
«Perché mentre in Storie italiane tratteremo anche vicende di nera (sia pure in chiave costruttiva) il Sabato italiano sarà totalmente dedicato a personaggi della nostra italianità: uomini e donne, figure dello spettacolo o persone comuni, ma comunque ricchi di iniziativa, fantasia, positività. E più che interviste saranno racconti. Io amo molto raccontare, perché amo molto scrivere. Sono già al mio secondo libro».
Qual è il personaggio italiano che vorrebbe sempre avere? E quello che invece non osa invitare?
«Al Bano è la gioia di qualsiasi conduttore. In sedici anni che lo invito non ha mai fallito un ascolto: è un sempreverde che piace a tutte le generazioni, a tutte le classi sociali. Un altro grande italiano che sognerei di ospitare è Riccardo Muti. Lo stimo molto per quello che fa per i giovani, grazie alla sua orchestra Cherubini. Cerco di evitare, invece, gli esibizionisti, i provocatori per professione. O almeno di selezionarli».
E il gossip?
«Gossip? Molte esclusive costano troppo: non possiamo permettercele. Ciò non toglie che quando c’è qualche storia rosa che merita, la trattiamo. Nei colori che compongono la vita c’è anche il rosa…»
il Giornale, Paolo Scotti