La presentatrice dice la sua sull’uguaglianza e la parità dei sessi: «Dobbiamo essere fiere della nostra femminilità, non trasformiamoci in “ometti” arrabbiati». Poi esulta per il Codice Rosso, contro la violenza sulle donne: «Basta vittime in attesa di giudizio»
Michelle Hunziker ha fatto un cerchio sul calendario: il 17 luglio, infatti, Codice Rosso è diventato ufficialmente una legge. Si tratta di un provvedimento che rafforza le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica. Una legge proposta un po’ di tempo fa da Doppia Difesa, la fondazione Onlus costituita nel 2007 proprio grazie alla presentatrice e all’avvocato Giulia Bongiorno: «Non ne potevamo più di vedere donne morire, in attesa di giudizio», esclamano in coro.
«Donne che avevano trovato il coraggio di denunciare, in situazioni incredibili, e non venivano ascoltate, quindi venivano tradite dallo Stato», spiega ancora Michelle sulla sua pagina Instagram. «Lasciate sole, aspettavano qualcuno che le proteggesse. Adesso si cambia: nel momento in cui una donna denuncerà, le autorità dovranno intervenire nell’arco di 72 ore». La presentatrice ringrazia quindi i leader politici che avevano sottoscritto il loro impegno a costituire la legge Codice Rosso, ancor prima che si formasse il governo.
D’altronde non è una novità che Michelle scenda in campo, in prima linea, dalla parte delle donne: anche poche ore prima dell’annuncio dell’approvazione di Codice Rosso, infatti, aveva pubblicato uno splendido post sull’uguaglianza e la parità dei sessi: «Nella ricerca disperata dell’equilibrio (e ci arriveremo) o del semplice rispetto che ci è stato negato per troppo tempo, cerchiamo di non fare l’errore di trasformarci in “ometti” arrabbiati. Cerchiamo di combattere anche per rimanere donne, fiere di esserlo con tutta la nostra femminilità».
«Con tutta la nostra capacità di “accogliere“, amare, sorridere e di essere multitasking con tutte le nostre “sfumature”», aggiunge la showgirl, classe 1977 e madre di tre figli. «Non è mai stato reato un bel décolleté portato bene e nemmeno sinonimo di stupidità. Siamo libere di scegliere la sensualità se ci va, senza che qualcuno ci cataloghi per forza in qualche categoria che probabilmente nemmeno ci appartiene», conclude. «Andiamo oltre anche a questo cliché, ci fa bene, sopratutto d’estate». Di sicuro, un bell’insegnamento.
Mario Manca, Vanity Fair