L’ ottimismo che si respirava nella precedente udienza sembra sfumato: non c’è accordo «sul dare e sull’avere» nella causa tra l’ex leader dei Pink Floyd Roger Waters e l’artista siciliano Emilio Isgrò. Va insomma avanti il procedimento presso il Tribunale Civile di Milano, per il caso di presunto plagio riguardante la copertina di «Is this the life that we really want?», ultimo album del musicista inglese. Oggi si è tenuta una nuova udienza della causa dopo che lo scorso 27 giungo, nella prima seduta, era stato deciso di sospendere il blocco per favorire le trattative tra le parti e il disco era tornato commercializzabile. I legali delle parti – Isgrò è rappresentato dallo studio Trifirò & Partners, la major Sony Music è assistita da Alfredo Clarizia e la controllata Columbia Records da Osborne Clarke – hanno discusso per un’ora e il giudice civile Silvia Giani dovrà decidere nei prossimi giorni se confermare o revocare il blocco della commercializzazione. Il tema della controversia che, lo scorso 16 giugno, portò a un sequestro preventivo del disco, poi revocato, è noto: le «cancellature» che appaiono sulla copertina dell’album di Waters appaiono molto simili alla tecnica che ha reso celebre Isgrò, in opere come «Cancellatura» e «Il Cristo Cancellatore» del ‘64. Isgrò, rappresentato dai legali Salvatore Trifirò e Francesco Autelitano, ha intanto reso noto che nel caso di un giudizio favorevole devolverà l’intero importo riconosciuto dal giudice per istituire borse di studio destinate giovani artisti per le arti visive e musicali. Il giudice Giani della Sezione specializzata in materia di imprese dovrà decidere (ha tempo dieci giorni) se confermare o meno il provvedimento dello scorso giugno che aveva disposto lo stop alle vendite del nuovo disco di Waters. I legali di Isgrò a fine giugno avevano dato l’ok alla sospensione del blocco in vista delle trattative con la Sony e l’album «Is This the Life We Really Want?», prodotto da Columbia Records, è tornato commercializzabile in attesa della decisione del giudice. Decisione che potrà anche essere oggetto di reclamo delle parti nel procedimento ancora in fase cautelare. Isgrò sempre in caso di giudizio favorevole, tra l’altro, potrebbe puntare anche a chiedere ristoro in altri Paesi. Tra i documenti presentati nella causa dai legali di Sony Music Italia, rappresentata anche da Federico M. Ferrara, Federico Banti e Marialaura Boni, c’è anche una relazione del critico Vittorio Sgarbi che spiega che l’artista siciliano «non ha inventato nulla ma ha intercettato un’atmosfera e sviluppato una tecnica espressiva creatasi, in un clima di avanguardia».
Francesco Prisco, il Sole 24 ore