”LITE VIRZì-RAMAZZOTTI LONTANA DA FAMIGLIA RADICAL CHIC DI SINISTRA”

“Da uomo a uomo, Virzì ha tutta la mia solidarietà; da padre, però, mi vien da dire che per il bene dei figli ci sono confini che non devono mai essere superati”. Mario Adinolfi commenta con sarcasmo la violente discussione, riportata su tutti i giornali, che ha coinvolto Paolo Virzì e l’ex moglie, l’attrice Micaela Ramazzotti, in un locale a Roma all’Aventino. Presenti anche il nuovo compagno dell’attrice, il noto personal trainer Claudio Pallitto e la figlia undicenne della coppia.

“Questa scena nel ristorante,” afferma il fondatore de ‘Il popolo della famiglia’, “trasforma un po’ Virzì in Fantastichini di ‘Ferie d’agosto’. Pensare a un over 60 che deve affrontare, magari anche in modo brusco, il nuovo fidanzato della ex moglie di 39 anni, che fa il personal trainer, quasi mi intenerisce. Per questo ho postato la foto di Pallitto perché, ovviamente, non c’è competizione. Io di queste cose normalmente non me ne occupo,” precisa Adinolfi. “Ho scritto un post su Instagram per una sola ragione: quando ci sono bambini coinvolti, ci sono limiti che non vanno mai superati, e la mia sensibilità di padre di due minori della stessa età dei loro figli, e anche divorziato, mi fa dire: ‘Attenti, questa è la società che ha tanto deriso lo spot dell’Esselunga’ perché raccontava la sofferenza dei bambini, ma quella sofferenza è reale e non può essere ignorata”.

“Non bisogna arrivare al punto di chiamare carabinieri e ambulanza in un locale pubblico, sapendo che la cosa non finirebbe lì,” continua Adinolfi. “Quello che voglio dire a Virzì è che, essendo il più anziano di tutta questa compagnia, dovrebbe mettere un surplus di saggezza e proteggere il bene prioritario che è quello dei suoi figli. Serve una sensibilità superiore perché la vicenda coinvolge non solo te ma anche i tuoi figli.”

“Il caso di Virzì diventa emblematico perché nei suoi film ha sempre raffigurato una dinamica tra famiglie di destra e di sinistra, in cui c’è una certa superiorità nello sguardo registico sulla famiglia di sinistra mentre quella di destra è rappresentata come cafona, ipocrita e con molti adulteri. La famiglia di sinistra, nonostante le sue contraddizioni, nei film di Virzì è decisamente più radical chic. Nel film in cui Virzì incontrò la Ramazzotti, che fece sbocciare l’amore tra loro (‘Tutta la vita davanti’), ad esempio, il personaggio buono è Valerio Mastandrea, il sindacalista della Cgil, e il personaggio cattivo è Massimo Ghini che interpreta l’imprenditore di destra. E ora,” conclude con un sorriso, “l’imprenditore di destra si ritrova divorziato dalla moglie che si è messa con il personal trainer. Lo schema è riconducibile a una trama filmica che Virzì conosce bene, ma questa volta si trova dall’altra parte”.

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