In un’intervista con Collider, Scarlett Johansson ha paragonato gli esordi molto sessualizzati di Black Widow in Iron Man 2 con il modo in cui il personaggio è rappresentato adesso.
Black Widow sta per tornare il 9 luglio con un lungometraggio tutto per sé, prequel/origin story della Natasha Romanoff interpretata da Scarlett Johansson: la fine di un percorso di ricerca per l’attrice, che in un’intervista con Collider si è concentrata su come la caratterizzazione di Natasha si sia evoluta, confrontando la sua prima apparizione in Iron Man 2 (2010) con il modo di rappresentarla oggi. In mezzo c’è stato il #metoo e una più forte consapevolezza di come si possa essere donna nel contesto hollywoodiano in generale, e nel Marvel Cinematic Universe in particolare. Ecco le parole di Scarlett sulla questione Black Widow.
Ovviamente sono passati 10 anni da Iron Man 2, sono successe delle cose e ho una comprensione di me stessa più diversa, più evoluta. Come donna mi sento differente. Sono più tollerante con me stessa, mi accetto di più, forse ancora non abbastanza. Tutto è legato al prendere le distanze dall’iper-sessualizzazione del personaggio: se rivedete Iron Man 2, per quanto sia molto divertente e abbia un sacco di belle scene, il personaggio è così sessualizzato, mi spiego? Ne parlano come se fosse una cosa da possedere, un pezzo di figa in pratica.[…]
Tony a un certo punto la definisce proprio un pezzo di carne e forse all’epoca ti risultava sul serio un complimento, non so se rendo l’idea? Perché la pensavo in modo diverso. Probabilmente misuravo il mio valore usando quel tipo di commento. […] Ora è diverso. Ora la persone, le ragazze, ricevono un messaggio molto più positivo, è stato incredibile fare parte di quel cambiamento, entrare in un modo e uscire in un altro, fare parte di una vecchia storia ma anche progredire. Evolversi. Secondo me è proprio forte.
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