Franco Di Mare “era unico, ci ha fatte ridere prima di addormentarsi per sempre e noi ci batteremo perché abbia giustizia”. Queste le parole commosse della moglie e della figlia del giornalista, scomparso venerdì 17 maggio all’età di 68 anni. “Franco ha diviso la mia vita in due: c’è un prima e un dopo di lui”, racconta Giulia Berdini, 33 anni, che ha sposato Di Mare due giorni prima della sua morte.
Nella sua lunga intervista al Corriere della Sera, Giulia ricorda il primo incontro con Franco, avvenuto otto anni fa: “L’ho conosciuto alla sede Rai di Saxa Rubra”, dove lei lavorava come responsabile catering del bar interno. “Dopo aver scambiato un paio di battute, sempre dandomi del lei, Franco, da buon napoletano, mi ha invitato a mangiare una pizza. Ci siamo andati dieci giorni dopo. Ed è stato un colpo di fulmine che mai mi sarei aspettato. Quando raccontava qualcosa, Franco aveva un potere magnetico, folgorante. Da allora ogni giorno mi ha insegnato qualcosa. Soprattutto ad ascoltare gli altri. E a moderare l’irruenza a favore dell’attenzione al mondo che mi circonda. Io spero di aver portato gioia nella sua vita e di averlo sostenuto quando ne ha avuto bisogno”.
Anche la figlia adottiva Stella ricorda Franco Di Mare con affetto: “Papà era una persona eccezionale, talvolta incostante, ma quando c’era, sempre portatore di stimoli ed esperienze uniche. Con il suo entusiasmo sapeva rendere particolari anche momenti normali. Come una gita in barca, mangiando i ricci pescati da lui, mentre ci narrava una storia di mare o, da grande appassionato di cucina, svelava i segreti di una ricetta fatta con amore”. Stella sottolinea come Franco fosse pieno di amici: “Papà sapeva mettere a proprio agio chiunque: per lui esistevano solo le persone, con la loro unicità e la propria ricchezza”.
In un’intervista a Repubblica, Stella ha espresso l’intenzione di “continuare la battaglia che ha intrapreso papà perché la sua malattia sia riconosciuta come professionale. Mi sembra il minimo che io possa fare per onorarlo”. Di Mare, inviato a lungo nei teatri di guerra della ex Jugoslavia, aveva annunciato poche settimane prima della sua morte di essere affetto da “un mesotelioma, un tumore molto cattivo”.