Eva Longoria a Cannes: «Un revival di Desperate Housewives? Direi subito sì»

Eva Longoria a Cannes: «Un revival di Desperate Housewives? Direi subito sì»

L’attrice americana, a Cannes per parlare (anche) di emancipazione femminile, si lascia andare ai ricordi. «Facevo la comparsa sul set di Ally McBeal, è lì che ho imparato tutto». E confessa: «Le casalinghe disperate mi mancano moltissimo»

Eva Longoria è attrice, regista ma anche e soprattutto produttrice. «Un lavoro che mi piace molto, mi stimola e sento più mio, più della recitazione», ha raccontato a Woman in Motion, appuntamento organizzato al Festival di Cannes da Kering, che porta ogni anno le donne dello showbiz a confrontarsi sui temi dell’empowerment e della (reale) emancipazione femminile.

«Ho sempre avuto un occhio da business, e mi è sempre interessato capire cosa facessero tutti sul set, come funzionasse la macchina», ha raccontato Eva, 44 anni, che il set ha iniziato a frequentarlo vent’anni fa, da comparsa.
«Cominciai a fare la figurante nella serie Ally McBeal: mi sedevo al bar, facevo avanti e indietro per strada, stavo nella folla. Però osservavo tutto, facevo domande, cercavo di imparare il più possibile sui mestieri del set».

Finché, un giorno, ha cominciato a «parlare» e, battuta dopo battuta, ha finito per ottenere un ruolo tutto suo. Come quello di Gabriella Solis, il suo alter-ego di Desperate Housewives, una moglie viziata e capricciosa a cui ha prestato il volto per dieci stagioni, guadagnandosi la gloria. «Di Gabrielle ho tenuto alcuni dei suoi vestiti, ne aveva così tanti e meravigliosi», ha confessato l’attrice a Cannes, aggiungendo che partecipare a un revival della serie le piacerebbe moltissimo. «Amerei rifarlo, direi “sì” in qualunque momento. Mi mancano le ragazze, mi manca Gabrielle, era così matta!», spiega.

Per lei, però, nel futuro ci sono nuove avventure, nuove sfide professionali. Come quella di un lungometraggio, il primo, per Universal. «La protagonista sarà Kerry Washington», anticipa.

Del resto è la prima ad ammetterlo: «In Desperate mi pesava non poter seguire il lavoro dietro la macchina da presa: arrivavo sul set, seguivo lo script e fine», ha raccontato Longoria, che, regista, lo è da ormai dodici anni, principalmente di corti. «Stare dietro alla macchina da presa mi piace, perché è sempre bello dire alla gente quello che deve fare», scherza. La condizione ideale? «Dirigere e produrre insieme, così sono io il capo di me stessa, e faccio quello che voglio».

Ma non pensate che basti questo a farla sentire arrivata, un modello. «Quando qualche ragazza mi domanda “Come faccio a diventare famosa come te?”, io rispondo: “Studia, diventa astronauta e vai sulla Luna, ti renderà sicuramente più famosa di quanto sono io”».

Raffaella Serini, Vanity Fair

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