Incontro insolito con l’ assedio dei fan
Maria De Filippi e Luciana Littizzetto protagoniste di un inconsueto e divertente incontro, evento boom nel giorno d’apertura del Salone Internazionale del Libro di Torino, hanno conquistato una folla di 500 spettatori parlando della loro amicizia, del loro modo di fare tv e dell’ultimo libro della Littizzetto ‘La bella addormentata in quel posto’ (Mondadori).
“Notoriamente non rido in tv. Sono anche una che non ride spesso delle battute dei comici. Luciana è l’unica che mi fa piegare in due dalle risate. All’inizio pensavo dipendesse dalla sua fisicità, dalla faccia puntuta e l’occhietto ballerino, ma invece rido anche per quello che scrive” ha raccontato la De Filippi. “Ti fa sentire meno scema di quanto tu pensassi” ha aggiunto e ad a un certo punto si è alzata per andare ad abbracciare la mamma della Littizzetto, seduta in prima fila. “Ma si è commossa. Mia mamma non piange mai, tu fai piangere tutti. Fai un contratto con la Scottex, con la Kleneex. Maria crea familiarità, è anche un po’ psicologa. E’ una costruttrice, io sono una distruttrice” ha sottolineato la Littizzetto, ringraziandola “perché non è una cosa consueta che lei si muova da Roma. E’ un grande regalo che sia venuta qui”. E poi ha raccontato che “per far ridere devi essere sincera, reale. A volte io stessa rido di quello che scrivo. Ci tengo a dire che se ti riconosci, ridi di più”.
Tra citazioni e letture di brani del libro, da quello dedicato ai bagni pubblici dove riuscire ad aprire l’acqua diventa sempre più complicato, tra pedali, fotocellule e nuove invenzioni, all’invettiva contro gli “amici del call center”, non gli operatori, alla pubblicità e alle parole dedicate alla casa e al terremoto, la De Filippi ha rivelato anche come è nata ‘C’è posta per te‘. “Mi è venuto in mente attraverso la realtà. Ero stata convocata dal ministro dell’istruzione perché volevo fare una cosa per le scuole e fuori dal ministero c’erano dei ragazzi incatenati, perché non riuscivano a parlare con il ministro. Mi hanno dato una busta e io l’ho consegnata. Poi, dopo il mio incontro, quando sono tornata in macchina ho pensato: ecco ‘C’è posta'”. Poi ha spiegato, incalzata dalla Littizzetto che le chiedeva come sceglie le storie, ha rivelato: “ho una redazione di 12 persone, mi leggo le storie che arrivano e le assegno. La prima lettura la faccio io. Non vedo e non conosco mai chi entra. Il divieto tassativo che ha la redazione è di invitare l’eventuale amante”. Progetti insieme? “Ogni tanto Maria mi dice ‘facciamo qualcosa insieme, ma per ora sono fidanzata con Fazio, è molto geloso. E poi Maria viene a ‘Che tempo che fa'” ha detto la Littizzetto che poco prima aveva lanciato un appello: “vorrei tanto che ripartisse la Rai di Torino. Maria vieni a fare una trasmissione qui”.
E dei trent’anni del Salone del Libro ha detto all’ANSA: “Non le capisco mai le guerre, ma soprattutto sul Salone, sulla lettura, sulla scrittura che è quello che cambia il mondo. Torino è la storia del Salone, la nascita del Salone. Questa nuova versione è una evoluzione fisiologica di una cosa che era uguale da tanto tempo e magari quello che è successo con Milano è stato uno scossone. Milano è più commerciale, Torino è più culturale nel senso di invenzione. Avrebbe senso il prossimo anno coordinarsi in qualche modo, perché sarebbe una ricchezza per tutti e due”. “Si dice: ‘si chiude una porta, si apre un portone’ e spero si apra questo portone. Manzoni diceva: ‘Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per regalarne una più certa e più grande’. E io spero che questo Salone sia la cosa più certa e più grande. E poi Nicola Lagioia ha fatto un gesto di generosità altissimo. Si è preso una bella rogna e spero che anche per lui che questo funzioni”, ha detto la Littizzetto che è “fiduciosa che si potrà trovare un dialogo con Milano” dopo lo strappo e la prima edizione di ‘Tempo di Libri‘. E tra le cose più belle ha citato “la nascita del Consorzio delle librerie indipendenti”, ha concluso la Littizzetto prima di essere travolta dal firma copie.
ANSA