“Cena in Bergamo” per raccontare un piccolo mondo valoroso

“Cena in Bergamo” per raccontare un piccolo mondo valoroso

(di Tiziano Rapanà) Millantarsi la libertà è il massimo della stupidità. Dirsi: “Io sono libero”. Così davanti allo specchio e devi essere proprio un deficiente. Non la vedi l’armatura? Non è la tua, ti calza male, ma non te ne accorgi. Ti sembra pelle umana ma è ferro arrugginito. Sei catafratto in una versione di uomo che non ti appartiene ma ti credi permeato da uno spirito di libertà autentico. E scimmiotti credendoti originale. Sei spacciato. Caro scheletro addormentato, che vivi sulle spalle dell’architettura generalista, non ti vedi? Lo specchio non è deformato e mirati pure nella tua modestia. Non ti coglie l’insolenza di trasformarti in bisonte che sfida l’occhio distratto del telespettatore? No, ovvio. Così procedi per imitazione. Epperò c’è chi ti sconfessa e vive nello straordinario universo della tv locale. Qui c’è ancora la fantasia, lo stare al mondo pretendendo di costruirsi le ali. Considero gli editori delle emittenti locali i nuovi eroi della cultura italiana. Da noi c’è una crisi importante del settore, si vivacchia malamente, eppure i nostri non ne vogliono sapere di chiudere. Fanno un lavoro eccezionale, perché raccontano e spiegano Milano ai milanesi, Palermo ai palermitani, Napoli ai napoletani e via così. Noi italiani dovremmo conoscere a menadito la cultura locale, si potrebbe insegnarla a scuola, istituire una materia che spieghi l’abc del dialetto – che è la vera lingua primaria e non una subcultura linguistica, come ha insinuato malignamente qualcuno – la tradizione e il folclore. La trasmissione migliore? Cena in Bergamo che va in onda su Lombardia TV, il lunedì alle ore 20. A raccontarsi e a raccontare, seduti a tavola con Silvia Lorenzi, sono gli ospiti che rappresentano la cultura, la storia e le emozioni della città dei Mille. Silvia Lorenzi non è solo la regina della trasmissione, ma è anche una raffinata artista, ideatrice del progetto. Il tutto vive della luminosa regia di Roger Fratter, che dimostra di avere una bella mano nel tratteggiare momenti ordinari con una seducente eleganza formale. Una cena, un incontro con una personalità illustre della città, una location che racconta il meglio di Bergamo… eccoli gli ingredienti di una trasmissione di valore. Le belle idee non prendono aria, non vanno difese dalla macchinetta del sottovuoto spinto. Serve altro? Un sorriso quello sì. Datemi il sorriso della bella fantasia che crea la semplicità e sfarina il superfluo dell’orpello. Solo una cena può bastare per fare della bella televisione.

tiziano.rp@gmail.com

Torna in alto