Sulla mia pelle, il film dedicato alla storia di Stefano Cucchi e interpretato da Alessandro Borghi, sbarca al Parlamento Europeo: “sono emozionato”.
“Sulla mia pelle”, il film che racconta le ultime ore di vita di Stefano Cucchi, candidato a nove David di Donatello, sarà proiettato al Parlamento Europeo. Ad annunciarlo è Alessandro Borghi, l’attore che ha dato nuovamente vita a Stefano Cucchi riuscendo a coglierne ogni particolare. “Questa è una foto che amo molto” – scrive l’attore pubblicando su Instagram uno scatto tratto dal fim – “La metto qui perché oggi prendo un aereo per andare a Bruxelles. Perché oggi, alle 18, proiettano “Sulla mia pelle”. Al Parlamento europeo”. L’attore, poi, spiega di non aspettarsi che sarebbe accaduto tutto questo nel momento in cui ha accettato di dare voce a Stefano Cucchi. “Sono sincero nel dirvi che mai avrei pensato a qualcosa di così importante. Di così grande. E sono molto emozionato. Grazie. A voi. E questo è solo l’inizio. A Stefano.
A tutti noi”, conclude l’attore.
ALESSANDRO BORGHI: “SULLA MIA PELLE PRIMO FILM CHE PARTECIPA AI DAVID”
Sulla mia pelle è un film a cui Alessandro Borghi teneva in modo particolare. “E’ il primo film Netflix che partecipa ai David di Donatello, quindi abbiamo infilato un altro primato e sono moto contento” – confessa l’attore a La Stampa – “io sono molto contento in generale per il momento che sta attraversando il cinema, che sto attraversando io perché faccio parte di questo cinema”. Per calarsi perfettamente nei panni di Stefano Cucchi, Borghi ha dovuto seguire una rigida dieta per dimagrire. “Credo che Sulla mia pelle sia uno dei film più importanti degli ultimi dieci anni del cinema italiano e lo dico per tutti una serie di motivi tra i quali non c’è la mia performance perché quello è semplicemente fare il proprio lavoro” – spiega l’attore a La Stampa – “è un film estremamente semplice e sincero. E’ un film che doveva essere fatto come dovremmo farne 100 su tante cose che sono rimaste in sospeso nella nostra storia recente”, aggiunge ancora l’attore che confessa come, inizialmente, fosse spaventato dall’idea di fare il film – “ma perché ero talmente tanto coinvolto che avevo paura che la mia rabbia diventasse la componente fondamentale del film e quindi mi sono staccato da tutto raccontando semplicemente una storia raccontata bene”, conclude.
Stella Dibenedetto, Vanity Fair