A 72 anni girerà l’Italia per 23 serate. “Ho detto no a Sanremo per lavorare al nuovo spettacolo. Rosa Chemical? Scopro tantissimi miei sosia. Mandano i giovani allo sbaraglio. Io scoprii gli ortaggi… quando me li tirarono in faccia”
Si chiama Zero a Zero ma, conoscendo l’interprete, difficilmente sarà un pareggio e per di più senza l’emozione di un gol.
A 72 anni Renato Zero torna a girare l’Italia con uno spettacolo completamente nuovo. Si comincia il 7 marzo a Firenze per poi calare il sipario il 3 maggio a Roma. In mezzo 23 serate di corsa verso il sold out grazie a sorcini di prima e ultima generazione.
“Ho scartato l’ipotesi di portare in giro il concerto del Circo Massimo – esordisce Renato Zero – perché lì ho dato tutto. Ho fatto sei serate e due speciali su Canale 5. Così ho scritto uno spettacolo nuovo, uno spettacolo che analizza l’uomo. Lo invita a parlare di più al cuore e meno al cellulare”.
Con qualche inedito e dai contenuti ancora blindati, “Zero a Zero” potrebbe essere un faccia a faccia tra un Renato narrante e uno Zero cantante. “Quando fai molto e lo fai con tanta passione – ha spiegato – qualcosa ti sfugge sempre. E’ un po’ come quando a un certo punto della tua vita ti chiedi quanti abbracci in più avresti potuto dare e cosa sarebbe successo se lo avessi fatto. E’ il momento di tirare le somme e confrontarmi con me stesso. Guardarmi dentro e fare i conti anche con quella trasgressione che mi è stata imputata e che ho accettato come abito. Sono felice di rimettermi in gioco, di avere ancora uno spunto musicale e di incontrare il mio pubblico. Loro sono la mia cartina di tornasole. Le facce del Circo Massimo le rivedo al supermercato, sui marciapiedi, alla fermata del bus. Li conosco, mi mancano ma comunque ho il polso del loro amore. Di un tour invece mi manca il camerino, di quando mi isolo e mi trucco, ancora bene, da solo. Con quel camerino non ho fatto certo la fortuna degli analisti…” chiosa Zero scherzando ma fino a un certo punto.
Chi non ci sarà e chi sì – Il tono di Renato Zero si fa serio quando pensa agli amici che non ci saranno in questo spettacolo e nemmeno ai prossimi. Artisti e colleghi che il tempo si è portato via. “Penso ad Alberto Radius, uno della carboneria della musica italiana. Mi viene in mente Vittorio De Scalzi che persino Sanremo ha dimenticato. Penso a Claudia Arvati, la mia corista che non c’è più”. In questa tourneé Renato Zero si fermerà ad Eboli. “Ho il sud nel cuore – spiega – e mi ripropongo di andare in tutte le città del sud che non farò questa volta, magari nelle piazze come una volta”. Confermata la collaborazione con l’Orchestra Filarmonica della Franciacorta anche se difficilmente sarà in presenza.
Impossibile seguire un copione con quest’uomo che ha cantato tutto. Da “Qualcuno mi renda l’anima” a “Il Triangolo”. Zero inizia a raccontare dell’industria musicale di oggi (“Una volta c’erano decine di impresari, oggi solo due o tre”) e finisce a parlare del suo rapporto con Dio, maturato anche durante la pandemia. “La fede non si sponsorizza – dice -, è dentro di te. Ho mandato il mio “Atto di fede” a gente come Veltroni, Travaglio, Cazzullo, Mimun, Baricco e tanti altri. Tutti hanno mandato i loro testi e le loro considerazioni. Tutti tranne uno” (un noto conduttore radiofonico sempre più spesso conduttore tv, ndr).
Capitolo Sanremo Renato Zero conferma la telefonata con Amadeus e spiega di aver preferito concentrarsi sulla preparazione del tour che segue di persona nei minimi dettagli. Qualcuno tira in ballo Rosa Chemical, trasgressivo oggi tanto quanto gli innumerevoli Achille Lauro che si sono avvicendati nei decenni alla ribalta del festival. Renato Zero vola alto: “Sui social ci vado poco ma quando accade scopro che un numero impressionante di miei sosia. Ma nella musica non ci si improvvisa: assolvo i ragazzi perché non è colpa loro se non hanno un’identità. Mandano sul palco persone non pronte. Sapete come ho scoperto la verdura io? Sul palco, quando me la tiravano in faccia nei concerti. Ripeto: non è colpa loro ma di un mondo, politica compresa, che ha lasciato indietro questi ragazzi, spesso ridotti a scatole vuote”.
Viste le premesse, è davvero impossibile che Zero a Zero finisca in pareggio.