ECCO LA GRANDE TRUFFA DELLA FINANZA: DE NIRO DIVENTA IL CRIMINALE MADOFF

ECCO LA GRANDE TRUFFA DELLA FINANZA: DE NIRO DIVENTA IL CRIMINALE MADOFF

Il regista Levinson: “Un progetto rifiutato da tutti gli studios…”

-robert-de-niroNel dicembre del 2008 uno dei più potenti consulenti finanziari di New York venne arrestato. Sull’onda dell’enorme crisi finanziaria che aveva colpito l’America, la sua colossale truffa era venuta alla luce.
Bernie Madoff aveva creato uno schema di Ponzie, un’enorme catena di Sant’Antonio, che aveva incenerito 50 miliardi (non milioni) di dollari. Bernie Madoff, 70 anni, fino ad allora era un personaggio di primo piano a Wall Street: già presidente del Nasdaq nel 1990, 1991 e 1993, pioniere dei sistemi di trading on-line, titolare di una grossa casa di brokeraggio e, da qualche anno, star degli alternative investment.
Ma tutto crollò quando, a seguito della crisi finanziaria, parte dei suoi clienti, impauriti, chiesero di rientrare del patrimonio. Allora Madoff candidamente confessò la sua truffa. I soldi non c’erano più. Lo schema di Ponzie si reggeva su rendimenti fasulli distribuiti ai vecchi clienti con i soldi raccolti da inavveduti nuovi investitori. Tutti facoltosi, persino alcune banche ci finirono in mezzo, ma i piani di salvataggio furono in parte pagati con le tasse dei contribuenti. Ora Madoff sta scontando 150 anni di carcere e la sua storia e la storia della più colossale truffa del mondo della finanza – è stata raccontata in una miniserie prodotta da HBO che in Italia andrà in onda da maggio. Diretta da Barry Levinson, premio Oscar per Rain Man, la serie vede Robert De Niro nei panni di Madoff e Michelle Pfeiffer in quelli della moglie Ruth, ignara di tutto sino all’ultimo.
The Wizard of Lies, il mago delle bugie, questo il titolo, si pone soprattutto una domanda: Bernie Madoff era un sociopatico? De Niro che nei giorni scorsi ha partecipato a Pasadena all’incontro con la stampa per la presentazione della serie – non lo interpreta così: «Quello che so è che la moglie e i suoi stessi figli, che lavoravano con lui, non sapevano nulla del suo colossale raggiro. Questo mi fa pensare a una grande disconnessione dentro di lui. Non l’ho capito, ho fatto del mio meglio, ma non ho capito se si tratta di una mente malata oppure no».
La serie è tratta dal libro omonimo della giornalista Diana B. Henriques che ha intervistato più volte Madoff in carcere. Per lei sì, si tratta di un sociopatico: «Non puoi condurre la tua vita con una così completa mancanza di empatia verso il prossimo, che stai rovinando, senza ricadere nella categoria, ma la cosa alla fine non dice poi molto di un personaggio come lui e della sua colossale truffa. Molti uomini di successo possono essere identificati nella categoria dei sociopatici ma pochi di loro hanno mai fatto quello che Madoff fece». La Henriquez sul set ha fatto da consulente. «Ho persino condotto un’improvvisata intervista con De Niro e do un consiglio a tutti: non accettate consulenze finanziarie da lui».
Per l’attore de Il Padrino l’obiettivo era riuscire a interpretare un personaggio così abile a mentire. «Un personaggio che così facilmente riesce a instillare in chi lo ascolta il seme della fiducia e dell’ammirazione. Era un uomo magnetico».
Prima di diventare una serie televisiva il progetto era stato concepito come film per le sale, ma non ha trovato finanziatori. «Il mondo del cinema sta cambiando dice l’attore, al suo debutto sul piccolo schermo ora certi progetti, certi temi non trovano molto più spazio al cinema e la televisione di qualità ha raccolto il testimone».
Lo stesso Barry Levinson, che ha diretto De Niro in Sleepers, spiega che alla fine quella di optare per la televisione è stata una scelta facile: «È iniziata con un rifiuto, anzi più di uno. Nessuno studio lo voleva fare. Avremmo dovuto seguire la strada del cinema indipendente e sarebbe diventato difficile fare un lavoro di qualità. Inoltre non avremmo avuto lo stesso pubblico, ormai certi film raccolgono ben pochi spettatori al cinema. L’industria del cinema sta rapidamente cambiando e la televisione era il posto migliore dove portare avanti un progetto come questo».

Il Giornale

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