L’ORA LEGALE: RECENSIONE DEL NUOVO FILM DI FICARRA E PICONE. QUANTO COSTA ESSERE ONESTI?

Al cinema la nuova commedia (civile) di Ficarra e Picone

Ficarra-e-PiconeL’Ora Legale: in uscita al cinema il nuovo film di Ficarra e Picone, duo siciliano comico che celebra venti anni di attività tra televisione ( L’Ottavo Nano, Zelig, Striscia) Teatro, libri e Cinema, questo è il loro quinto film da registi. Il trailer de L’ora Legale.

La trama parte da un paesino immaginario siciliano dove, sin dal nome, non può mancare il mare. Difatti a Pietrammare la comunità è in fermento per l’elezione del nuovo sindaco: si sfidano Gaetano Patanè (Toni Sperandeo) e Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato). Il primo è l’amministratore uscente: sorriso tatuato, gessato ben stirato e brillantina lucente. Maneggione: promette tutto a tutti in cambio di voti e per la campagna elettorale ha distribuito pesanti spese alimentari. Natoli invece è l’outsider, faccia pulita, camicia chiara, volume di voce piano e nessuna giacca formale. È un professore che promette cambiamento, in nome dell’onestà, e sviluppo di tutto quello che ha scritto nel programma. Salvo (Ficarra) e Valentino (Picone) sono divisi: il primo supporta chiaramente Patanè che ha promesso una licenza per gazebo per aumentare gli affari del loro chiosco, il secondo invece Natoli, cognato di entrambi. Sarà proprio il professore buono a divenire primo cittadino di Pietrammare. Ora si comincia con l’onestà e il rispetto dell’ambiente, ma il costo della legalità sarà ritenuto pesante dai cittadini. Ma vuoi vedere che “si stava meglio quando si stava peggio (e nell’illegalità)” ?
Va detto subito: il nuovo film di Ficarra e Picone è sorprendente, nei tanti risvolti che questo aggettivo può avere. Lo si nota presto leggendo gli sceneggiatori: al sodale Fabrizio Testini, penna dei precedenti film del duo, si aggiungono, oltre Ficarra e Picone, Nicola Guaglianone e Edoardo De Angelis, due protagonisti della nell’annata appena passata del cinema italiano. Il primo è sceneggiatore di Lo Chiamavano Jeeg Robot, il secondo regista e autore di Indivisibili, Perez, Mozzarella Stories. Sorprendente anche per il ri-uso, lo stravolgimento di alcuni elementi ormai stantii della nostra commedia popolare. Sì perché se si rimane alla carta, leggiamo che il film è ambientato nell’ennesimo paesino immaginario e con piccola e variopinta comunità, dove il sindaco è protagonista, insomma la solita dinamica “local” della commedia italiana: si cominciava già a sentire l’odore forte della fotocopia appena stampata. E invece così non è, per fortuna.
Ficarra e Picone non incentrano innanzitutto il film solo sulle loro abilità: il far ridere, la dialettica aspra fra Salvo, gigione spregiudicato, e Valentino, timido stralunato, ma organizzano un coro di attori dove ognuno può dare il suo assolo e parliamo di esperti interpreti/caratteristi siciliani: Tony Sperandeo, Leo Gullotta, prete doppiogiochista, Sergio Friscia, Francesco Benigno, Antonio Catania e lo stesso Amato anche se in questo caso è meno in parte del solito. Senza dimenticare Ersilia Lombardo, Eleonora De Luca, Alessia D’Anna e Alessandro Roja che torna a essere un po’ Dandi di Romanzo Criminale, pure se il suo personaggio lascia un po’ il tempo che trova nella vicenda, è slegato. Tutta questa architettura di bravi interpreti è inserita in una sfida di sceneggiatura davvero sorprendente (eh sì, ancora). Perché L’ora Legale è un film dove ridere non è il fine principale, ma un mezzo per arrivare a una riflessione corposa e non di copertina. Non messa lì per dare l’aura civile e nobilitare il prodotto. È una commedia che ha il cuore civile e produce la risata.
Questo può essere anche un rischio commerciale, perché la parte della risata è meno forte del previsto, ma cinematograficamente c’è tutto da lodare. In L’Ora Legale si sente quel profumo, vero, della Commedia all’Italiana aurea, quell’intersezione tra dolce/amaro fino al doloroso. Perché i temi del duo comico sono tutt’altro che comici. Siamo sicuri di essere pronti all’onestà? Ma quanto costa ci essere onesti se questo vuol dire pagare le multe, differenziare i rifiuti in modo preciso, lasciare spazio alla tutela dell’ambiente sacrificando parcheggi o addirittura occupazione?
Le domande sono taglienti, cinematograficamente ben sviluppate, e sopratutto problematizzate e non ridotte a tifo “pro-contro” come capita nel populismo social (e non solo). Siamo un paese, quello di Pietrammare, che grida al cambiamento ma poi le regole le vuole “aggiustare” mica rispettare. Dove “regolare” è un intercalare e la folla esalta ma dopo un minuto distrugge e delegittima. L’onestà comporta sacrificio. Essere civili significa togliere qualcosa a se stessi per ridarlo a tutta la collettività. Siamo davvero, tutti quanti, pronti a questo? Oppure tutto sommato ci piace arrangiare, tanto che pare che questa sia, addirittura, un’Arte? Tutte domande che hanno poi anche, coraggiosamente, una risposta basta guardare con attenzione quel movimento di macchina finale che ci riempie gli occhi di riflessione. L’Ora Legale è un film che sacrifica un po’, solo un po’ sia chiaro, di risata a favore di un approfondimento civile che è interessante, ponderato, e coraggioso per quanto riguardo un film del genere. Un merito assoluto di questo bel lungometraggio che impasta il sorriso col ghigno. Amaro. Amarissimo.

Luca Marra, International Business Times

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