Ispirata al romanzo di Max Allan Collins, arriva in Italia la serie che racconta il post Vietnam di un marine, per cui la guerra non è mai finita
Si intitola Quarry – Pagato per uccidere la nuova serie di Sky Atlantic che prova a raccontare il dopo Vietnam di un marine, ispirandosi a un romanzo di Max Allan Collins, ogni lunedì alle 21 e 15 dal 19 dicembre.
Che cosa vedremo
Primi anni 70. Il soldato Mac Conway (Logan Marshall-Green) e il suo compagno d’armi Arthur (Jamie Hector) tornano a casa dal Vietnam, ma vengono accolti con ostilità dai concittadini, perché ritenuti colpevole di aver compiuto un massacro durante la guerra. Seppur scagionati da ogni accusa, nessuno dei due riesce a trovare lavoro, finché lui e Arthur vengono tentati da un’offerta vantaggiosa del Broker (Peter Mullan), un oscuro criminale coinvolto in una rete di omicidi e corruzione. All’inizio Mac rifiuta, ma dopo che Arthur rinuncia ai suoi principi in cambio del facile guadagno, anche lui si ritrova alla fine “arruolato” nella squadra del Broker, prendendo il nome in codice di Quarry. Da qui una serie di eventi che avranno conseguenze disastrose.
Da sapere
La serie vuole raccontare la vita dopo il Vietnam, con la guerra che diventa interiore e scava trincee nell’anima: una triste condizione che oggi viene definita disturbo da stress post-traumatico, ma di cui negli anni 70 c’era poca consapevolezza.
Gli autori
La serie è ispirata all’omonimo romanzo di Max Allan Collins, già autore di Road to perdition da cui è stato tratto il film Era mio padre di Sam Mendes. Tra i creatori della serie tv ci sono Graham Gordy e Michael D. Fuller (Rectify), il regista Greg Yaitanes (Banshee e Dr. House), Steve Golin (True Detective e The Revenant), Matt DeRoss, David Kanter, lo stesso Max Allan Collins e Ken Levin.
Che cosa hanno scritto
«Il talento di Quarry nel farsi portatore di ambiguità morale mi ricorda un’altra ottima serie tv, che parlava di un insegnante di chimica malato di cancro a Albuquerque che ha iniziato a cucinare meth per fare soldi…» (Hank Stuever, Washington Post).
«Alcuni spettatori potrebbero trovare l’atmosfera di Quarry opprimente e implacabile, come Memphis nel mese di agosto, e un paio di momenti di leggerezza sarebbero i benvenuti. Ma altrettanti spettatori potrebbero esserne sedotti…» (Meredith Blake, Los Angeles Times).
Eugenio Spagnuolo, Panorama