Quinto episodio serie cult dal 26 settembre in sala.
Senza voler mancare di rispetto al mito Rambo, la nutrita e fortunata platea che ha visto in anteprima ‘Last Blood’, una domanda se l’è posta subito: perchè mai andare a rompere le scatole al veterano di guerra per eccellenza? E questo anche se sei un cartello messicano pieno di uomini, ferocia ed armi. E a molti è venuta in mente la famosa barzelletta-tormentone de ‘Il cavaliere nero’ raccontata da Proietti, dove appunto Il Cavaliere dopo aver sterminato, passo dopo passo, una famiglia con tutti i suoi discendenti, è il portatore di una semplice verità: ‘Al cavaliere nero non gli dovete rompe er….’.
Comunque trentasette anni dopo il primo film, nel quinto capitolo di un franchise cult, in ‘Rambo – Last Blood‘ di Adrian Grunberg (Viaggio in paradiso) in sala dal 26 settembre con Notorius Pictures, con protagonista un Sylvester Stallone invecchiato e con qualche ritocco estetico, torna il guerriero già veterano di guerra del Vietnam ed ex soldato delle forze speciali dell’esercito americano e sembra essere andato a scuola da Tarantino per le molte scene splatter (compresa l’ultima, la più terribile).
Il fatto è forse che ora John Rambo, dopo aver abbattuto soldati sovietici in Vietnam e Afghanistan e massacrato brutali combattenti dell’esercito birmano, tornato nel ranch di famiglia si è come pacificato anche se dentro di lui vive ancora un leone. Ma la vita tranquilla da vivere nella prateria in Arizona, dura davvero poco. Qui passa le giornate con una famiglia da lui adottata composta da Maria Beltran (Adriana Barraza) e sua figlia Carmen Delgado (Paz Vega), la più adorabile delle fanciulle. E così quando la ragazza, disobbedendo a un suo divieto, si reca in Messico per incontrare il suo vero padre, un poco di buono, Rambo non è certo contento. Ma questo è solo l’inizio. Per tutta una serie di sfortunate circostanze Carmen viene catturata da un cartello messicano che la fa prostituire e la droga. Per Rambo e tutte le sue armi, dal coltello all’arco fino al mitra, un segnale: è l’ora di aprire le porte dell’inferno.
Ansa.it