L’attrice è protagonista de ‘L’allieva’ in cui interpreta una giovane e maldestra specializzanda in medicina legale, trasferitasi a Roma dalla provincia, che deve barcamenarsi tra casi d’omicidio, lo studio e una complicata vita sentimentale
La precarietà di una generazione, unita all’entusiasmo e al coraggio di realizzare i propri sogni ha il volto di Alessandra Mastronardi, protagonista su Rai 1 de L’Allieva, la nuova fiction in sei puntate prodotta da Endemol Shine Italy per Rai Fiction con Lino Guanciale, tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. A metà strada tra il giallo e la commedia sentimentale, la serie è tratta dai primi tre romanzi della giovane scrittrice messinese: L’Allieva, Un segreto non è per sempre e Sindrome da cuore in sospeso (ed. Longanesi). La colonna sonora è affidata al duo The Shalalalas.
Alessandra Mastronardi, ci racconti chi è la protagonista Alice Allevi
“Alice è una giovane studentessa di medicina che chiede l’internato a medicina legale per specializzarsi. Sceglie questa strada per istinto e indecisione, e un po’ perché incontra l’uomo dei suoi sogni e scopre che è un medico legale: CC ovvero Claudio Conforti, interpretato da Lino Guanciale che diventerà il suo più dolce incubo”.
Diversi temi si intrecciano nella serie, ma il principale sembra essere l’incertezza…
“L’incertezza è il tema fondamentale, direi la linea guida della serie: l’incertezza nel lavoro, sul proprio futuro, sulla scelta del proprio lavoro, sul luogo in cui vivere – se in città o in provincia a Sacrofano – l’incertezza nell’amore, non sapendo scegliere tra una storia più sicura, che è quella che regalerebbe l’altro protagonista maschile che è Arthur, interpretato da Dario Aida, o l’amore più travagliato, passionale e quasi irraggiunginbile verso CC…”
Lei ha trovato molto presto la sua strada, ma vede tanta incertezza tra i suoi coetanei?
“Chi come me riesce a trovare un lavoro tramite la propria passione è fortunato. Così come è importante seguire la propria passione, come dice Alice nel suo monologo iniziale: “Bisognerebbe sempre seguire i propri sogni di bambina, senza lasciarsi fuorviare dai corsi preuniversitari” dove spesso si sceglie il male minore ma mai quello che si desidera realmente fare. Ci vuole tanto coraggio ad essere giovane oggi”.
Oltre a essere una pasticciona sentimentale alla Bridget Jones la protagonista Alice è anche un’investigatrice…
“Sì, c’è anche un velo di giallo. Alice si imbatte nei casi più intricati e complessi e ha un sesto senso che nei modi più rocamboleschi la porta spesso alla soluzione dei ‘casi'”.
Alessandra, lei è diventata molto popolare a vent’anni. E’ stato difficile non restare intrappolata da Eva dei Cesaroni?
“Mi rendo conto che vengo tuttora riconosciuta e identificata con Eva dei Cesaroni che oggi interpreta Alice Allevi. Ho imparato a conviverci. Se magari all’inizio potevo non apprezzarlo ora capisco il significato: Eva è stata un personaggio così amato che è solo difficile che un altro personaggio sia amato altrettanto. Spero che Alice sia amata tanto quanto lo era Eva, sarebbe una vittoria enorme”.
Hai interpretato nella tua carriera molte serie tv, tra cui una delle più belle è Romanzo Criminale, quali sono i tuoi gusti in tema di serie?
“Sono una mangiona di serie, faccio binge watching, ora con Netflix è fantastico, una bulimia totale di serie. La mia serie del cuore è Grey’s Anatomy, che ha anche superato Sex&The City. Per Game of Thrones non esco la sera, mi piace anche Master Of None, Grace & Frankie, adoro Jane Fonda e non vedo l’ora che esca la terza stagione. Potrei continuare per ore…”
Questa serie dimostra che i ruoli al femminile non mancano.
“Forse al cinema non ci sono molti ruoli al femminile, ma in televisione nell’ultimo anno la Rai ha regalato moltissimi ruoli al femminile. Forse al cinema siamo meno rappresentate…”
Altri progetti in tv?
“Sto girando una serie top secret a New York e la prossima stagione su RaiUno sarò in un film in due puntate firmato LuxVide che si intitola C’era una volta Studio Uno. Io sono una segretaria incaricata di far entrare il pubblico nello studio e rilevare l’indice di gradimento del pubblico, era uno strumento “umano” per capire il gradimento del pubblico”.
Repubblica