Bufera sul rapper R. Kelly: «In casa sua un harem di giovani schiave sessuali»

Bufera sul rapper R. Kelly: «In casa sua un harem di giovani schiave sessuali»

E’ una brutta storia, piena di contorni oscuri, quella che sta travolgendo R. Kelly, il 50enne cantante “maledetto” statunitense, compositore, rapper e produttore discografico di musica R&B e Soul, plurivincitore di Grammy. Lui per ora si difende attaccando, minacciando querele a destra e a sinistra. Ma le accuse che si stanno abbattendo su di lui, come rivela una lunga inchiesta pubblicata dal sito Buzzfeed, diventano sempre più pesanti e, man mano che le ore passano, sempre più persone prendono coraggio e cominciano a parlare, delineando il profilo inquietante di un uomo che ha creato una sorta di setta costituita da un vero e proprio harem di ragazze, per lo più appena maggiorenni, che vengono ospitate nelle sue case e vengono trattate come schiave sessuali.

Giovani donne attratte dalla sua fama, dalla sua ricchezza, dalle sue capacità di fascinazione, che abbandonano le famiglie, lasciandole nell’angoscia e senza dare notizie per mesi, e finiscono per dedicarsi interamente a lui fino ad annullarsi e a ridursi a dover chiedere il permesso per qualunque cosa: mangiare, andare al bagno, uscire da casa. I loro telefonini con i contatti di amici e familiari vengono sequestrati e sostituiti da altri modelli nella cui rubrica c’è solo un numero: quello di R. Kelly. Controllate 24 ore su 24, vengono punite verbalmente e fisicamente se non obbediscono. Le “babies“, come lui le chiama, devono chiamarlo “daddy” e fare sesso con lui ogni volta che ne ha voglia: a istruirle su come soddisfare le sue esigenze sessuali, all’inizio, ci pensa una 31enne, “decana” del gruppo, che fa loro da chioccia. E tra tutte c’è una “preferita”, una 18enne che ha lasciato ogni cosa per lui.

Le famiglie di diverse ragazze hanno raccontato a Buzzfeed particolari inquietanti circa la metamorfosi che hanno avuto le loro figlie negli ultimi anni. I genitori della 21enne Jocelyn Savage, ad esempio, che conobbe R. Kelly dietro le quinte di un concerto in California nel maggio 2015. Anche lei voleva fare la cantante, ma finì nella spirale del rapper che col tempo conquistò la sua fiducia “fino ad annullarla totalmente”, dicono la madre e il padre. «Ora Jocelyn vive con lui tra Atlanta e Chicago – raccontano i genitori – e l’ultima volta che l’abbiamo vista sembrava avesse subito il lavaggio del cervello, non era più lei, sembrava una prigioniera, ripeteva che Kelly è l’unico che le vuole bene. Era orribile». Un racconto che concorda, per grandi linee, con le descrizioni fatte da altre famiglie, da altre ragazze che si sono poi allontanate da lui e da ex collaboratori. La famiglia di Jocelyn ha fatto più volte denuncia alle polizie di Chicago e Atlanta, ma le autorità, al momento, dicono di non poter fare niente: le ragazze sono tutte maggiorenni e, almeno in teoria, vivrebbero volontariamente con R. Kelly. Anche se i genitori di un’altra ragazza hanno svelato che stanno cercando di riportare la figlia dopo che lei è andata a vivere con il cantante dopo averlo incontrato nell’aprile 2015 quando aveva ancora 17 anni.

Perfettamente in linea con queste dichiarazioni i racconti di Cheryl Mack, Kitti Jones e Asante McGee – tutte e tre ex ragazze dell’entourage di Kelly – che forniscono tutt’altro quadro della situazione, descrivendo nei dettagli il tipo di trattamento riservato alle giovani donne che finiscono nell’orbita del cantante. Secondo il loro racconto, attualmente ci sono almeno sei donne che vivono in proprietà affittate da Kelly vicino alla sua casa di Atlanta e al suo appartamento alla Trump Tower di Chicago. «Sono rimasta intrappolata – dice Kitti Jones – C’erano persone che mi dicevano che ero un idiota. Mi è servito molto tempo per capire che avevano ragione, e ora sto parlando perché spero di poter aiutare alcune di queste ragazze».

Jocelyn, dal canto suo, dopo la denuncia dei genitori pubblicata da Buzzfeed, è intervenuta su TMZ per difendere R. Kelly e smentire di aver subito lavaggi del cervello, sostenendo di trovarsi in un posto felice. «Ho 21 anni e tra pochi giorni ne compirò 22 – ha detto – Sono in una situazione del tutto soddisfacente, sono contenta di stare dove sto e tutto va bene. Sto qui volontariamente, non mi sono mai sentita prigioniera. Per quanto riguarda le preoccupazioni dei miei genitori, ho il cuore spezzato vedendo come stanno affrontando la situazione, mi sembra tutto eccessivo, non è giusto». Pur insistendo sul fatto che la sua situazione è “soddisfacente”, Jocelyn si è però rifiutata di rispondere quando le è stato chiesto se fosse libera di entrare e uscire da quella casa, così come si è rifiutata di dire se vivesse ancora ad Atlanta, in Georgia. Suo padre Timothy, in ogni caso, continua a pensare che la figlia soffra della “sindrome di Stoccolma“, quella che porta i prigionieri a innamorarsi dei loro carcerieri.

L’avvocato del cantante, intanto, ha risposto alle accuse sostenendo che si tratta di «notizie false e diffamatorie nei confronti di un artista che lavora 24 ore su 24 e adora i suoi fan. Kelly ha diritto a una vita privata. Rispettatela. Possiamo solo chiederci perché le persone continuino ad attaccare un grande artista che ama i suoi fan, lavora 24 ore su 24 e si prende cura di tutte le persone della sua vita. Kelly nega tutto inequivocabilmente e perseguirà i suoi accusatori per riabilitare il proprio nome».

Non è comunque la prima volta che il cantante finisce nella bufera per casi potenzialmente sordidi come questo. Anni fa venne accusato di girare film pedopornografici (accusa poi caduta) e nel 1994 fece scandalo il suo matrimonio (poi annullato) con la cantante Aaliyah, la sua pupilla morta nel 2001 in un incidente aereo. Lei aveva soli 15 anni, ma venne spacciata per 18enne al momento delle firme: fu in quel periodo che lei compose il suo brano più famoso: “Age ain’t nothing but a number” (l’età è solo un numero). Può darsi che anche stavolta Kelly la faccia franca con la giustizia: le ragazze sono tutte maggiorenni (almeno stando a quello che si sa finora) e provare che sono state schiavizzate e manipolate potrebbe non essere semplicissimo. Ma l’ombra inquietante che è stata gettata ancora una volta su di lui non sarà facile da cancellare.
Il Messaggero

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