Marco Mengoni a “Le Iene” con le stampelle: “Piccolo incidente, se n’è andato il crociato”

Marco Mengoni a “Le Iene” con le stampelle: “Piccolo incidente, se n’è andato il crociato”

Nel monologo il cantautore ha parlato di felicità e gentilezza

È andato in onda a “Le Iene” il monologo di Marco Mengoni. Il cantautore ha parlato di sé, in un momento singolare della vita che lo ha portato a riflettere sul concetto di felicità. Su come rispondere alle proprie aspettative e a quelle altrui e su come affrontare le difficoltà cercando di tendere una mano agli altri anziché ritrarsi. L’artista si è presentato in onda con le stampelle: “Piccolo incidente, se n’è andato il crociato”.

“Succede… In questi giorni, dovendo stare un pochino fermo – ha detto Mengoni – ho pensato tanto alla mia vita: momenti di gioia, dolori, paure, enormi soddisfazioni e poi vuoti, altre gioie, lutti, rabbia e risate. Mi sono chiesto: sono felice? Certo. Mi capita di stare di merda? Ovviamente, a volte sì. Tutti passiamo brutti periodi, ma spesso io sto male per colpa mia: mi capita tutte le volte in cui mi preoccupo delle aspettative che gli altri hanno su di me e cerco di soddisfarle”.

Mengoni ha parlato del desiderio di non deludere gli altgri: “E quando mi accorgo che quello che vogliono gli altri non corrisponde a ciò che desidero io e che sto lottando per qualcosa che non ritengo mio, mi sento un co…one. Capita a tutti, credo: ma io ho imparato che quello che vogliono gli altri non può contare più di ciò che voglio io, perché alla fine dei conti ognuno i propri conti li fa sempre e solo con se stesso. E perché gli errori che commetti giustamente li paghi sempre tu”.

Marco spiega che cerca di giudicare il meno possibile chi si trova di fronte: “So che molti considerano la gentilezza un sinonimo di debolezza, ma in realtà essere scortesi è molto ma molto più facile che essere educati e per me chi è sempre gentile è una specie di supereroe… Perché, diciamocelo, la vita è un casino, lo è per tutti: per alcuni è un casino meraviglioso, per altri un gran casino, e per altri ancora un casino insopportabile. E quindi l’unica cosa che possiamo fare è cercare di occuparci del nostro casino personale, tentando, per quanto possibile, di non incasinare troppo la vita degli altri”.

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