L’attrice, contro le norme restrittive sull’aborto approvate in questi giorni negli Stati Uniti, racconta per la prima volta la sua esperienza: «Due anni fa ho avuto un aborto d’emergenza. Ero incinta di quattro mesi e mezzo e stavo girando nell’Est Europa. È stato terribile»
Contro le norme restrittive sull’aborto approvate in questi giorni negli Stati Uniti (in Georgia, dove il governatore ha appena firmato una legge che vieta l’aborto oltre la sesta settimana, e in Alabama dove è stato appena approvato un disegno di legge che vieta l’aborto in tutto lo stato, anche nei casi di stupro e incesto), Hollywood scende in campo. In prima linea anche Milla Jovovich. L’attrice, 43 anni, mamma di due, ha scritto un post per raccontare una storia che finora aveva preferito tenere privata.
Anche a lei, scrive la star di Resident Evil, è successo di dover abortire. Milla ha subìto un «aborto di emergenza» due anni fa, mentre stava lavorando nell’Est Europa ed era incinta di 4 mesi e mezzo: «Non mi piace fare politica», fa sapere, «I nostri diritti come donne ad avere un aborto sicuro, sono di nuovo a rischio. Io due anni fa ho dovuto sottopormi a un’interruzione di gravidanza d’emergenza. Ero incinta di quattro mesi e mezzo e stavo girando nell’Est Europa. Ho avuto un travaglio prematuro, e sono rimasta sveglia durante tutta la procedura. È stata una delle esperienze più terribili della mia vita. Ho ancora incubi a riguardo. Ero sola e senza nessun aiuto. Quando penso che altre donne possano doverlo fare in condizioni ancora peggiori, e questo a causa di una legge, mi si rivolta lo stomaco» .
L’attrice racconta anche il «dopo», difficile da affrontare: «Io sono precipitata in una spirale di depressione e ho dovuto lavorare duramente per uscirne. Mi sono isolata da tutti, ho cercato di mantenere la forza solo per i miei figli. Per fortuna sono riuscita a ritrovare la strada, senza far ricorso ai farmaci, ma il ricordo di quello che ho passato e di quello che ho perso mi accompagnerà fino al giorno in cui morirò».
L’aborto, aggiunge ancora Milla, «è un incubo. Nessuna donna lo vuole vivere. Ma dobbiamo batterci perché i nostri diritti siano preservati e per avere garantita un’interruzione di gravidanza sicura, se ne abbiamo bisogno. Non avevo mai voluto parlare della mia esperienza. Ma non posso più stare in silenzio».
Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair