Correggio, il maestro della luce: il documentario di Rai Cultura celebra l’arte di Antonio Allegri

Correggio, il maestro della luce: il documentario di Rai Cultura celebra l’arte di Antonio Allegri

Un innovatore riscoperto solo dopo la sua epoca, capace di giocare con la luce e la prospettiva come nessun altro del suo tempo. Antonio Allegri, noto come Correggio, è il protagonista del documentario “Correggio, dall’ombra alla luce”, prodotto da Rai Cultura e diretto da Emanuela Avallone e Linda Tugnoli. Il film andrà in onda mercoledì 19 marzo alle 21.15 su Rai 5, all’interno della rassegna “Art Night”.

Un talento riconosciuto solo dopo la sua epoca

Considerato un underdog del Rinascimento, Correggio fu spesso oscurato dai grandi nomi del Cinquecento come Raffaello, Michelangelo e Leonardo. Giorgio Vasari, nelle sue celebri biografie, affermava che se il pittore emiliano fosse vissuto a Roma, avrebbe “dato molta distanza a tutti gli altri”.

La sua posizione periferica rispetto ai centri artistici principali dell’epoca non gli impedì di rivoluzionare la pittura. A Parma, smontò le convenzioni prospettiche tradizionali e modellò un’arte visionaria e quasi pre-barocca, come dimostra la sua straordinaria cupola di San Giovanni Evangelista. Grazie ai recenti restauri, le figure affrescate e il peculiare uso della luce emergono con nuova intensità.

Il pittore della luce e dell’illusione teatrale

Uno degli aspetti più affascinanti della sua arte è il modo in cui dipinge la luce e le ombre. Secondo gli studiosi, fu il primo pittore italiano a sperimentare la luce in tutte le sue sfumature: quella intensa del meriggio in “Il Giorno”, quella soffusa del crepuscolo in “La Notte”, fino all’oscurità totale dell’eclissi nel “Compianto sul Cristo morto”.

L’illuminazione straordinaria delle sue opere è frutto di una tecnica raffinata: Correggio mescolava al pigmento una grande quantità di calce, ottenendo colori ricchi e vibranti, e aggiungeva sabbia per evitare che si sgretolassero, mantenendo così una luminosità intensa.

Un artista riscoperto dalle donne

Molte delle opere di Correggio furono dimenticate per secoli. La Camera della Badessa, situata nel Convento benedettino di San Paolo a Parma, fu riscoperta solo nel Settecento, dopo due secoli di clausura.

Un aspetto peculiare dell’arte di Correggio è il modo in cui raffigura le figure femminili. Come spiega la scrittrice Melania Mazzucco, di fronte alla sua Danae alla Galleria Borghese, le donne nei suoi dipinti non sono passive, ma protagoniste della scena. Anche opere come “Io e Giove”, dove la figura maschile si dissolve in una nube per avvicinare la donna, esprimono una visione del piacere femminile rara nella storia dell’arte.

Non è un caso che le sue più grandi sostenitrici siano state proprio donne: dalla Badessa Giovanna a Isabella d’Este, fino alla poetessa Veronica Gambara e alla moglie Ieronima, la sua prima musa.

Il riconoscimento di Tiziano

Mentre molti contemporanei faticavano a comprendere la sua grandezza, fu un altro genio del Rinascimento, Tiziano, a riconoscere il valore della sua opera. Quando i committenti si mostrarono scettici riguardo agli affreschi di Correggio nel Duomo di Parma, Tiziano rispose: “Se voi capovolgeste la cupola e la riempiste d’oro, non otterreste il valore che ha con gli affreschi del Correggio”.

Con questo documentario, Rai Cultura offre una nuova occasione per riscoprire un artista straordinario, che ha saputo trasformare la luce e il colore in strumenti di pura meraviglia.

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