(di Tiziano Rapanà) Oggi che è tutto uno zeppolificio per via della festa del papà e a dominare saranno soprattutto i trigliceridi e l’aumento sconsiderato della glicemia, si potrebbe questionare contro il paternalismo di certi talk show. Stanno lì a dire cosa è giusto e sbagliato, tracciano linee per il povero malcapitato telespettatore; poverino chiede informazione e ottiene caciara. E non ci si salva da quel genere di programmi: o li guardi o ti salvi e cambi canale. Ergo: meglio cambiare argomento e abbandonarsi alla cultura. In Italia ancora se ne produce tanta e i teatri sono sempre avanguardia di vitalità artistica. Gabriella Ferri, quanto ci manca: serve specificarlo? E non è il caso, se non altro perché ad un certo punto sopraggiunge la compassione, fare paragoni con la modestia che domina l’odierno mercato musicale. Compassione per i nuovi, si intende, per quelli che ci sono oggi. Gabriella Ferri, interprete raffinata e segnatamente legata ad un racconto della Roma che fu. Oggi Gabriella Ferri rivive in un omaggio sentito nello spettacolo “Perché non canti più”, frutto della sinergia di Syria (interprete e cantante del recital) e Pino Strabioli (autore e regista del racconto) con la collaborazione di Seva Borzak Jr. (figlio di Gabriella Ferri). Una valigia lasciata in eredita, con materiale inedito, è la fonte d’ispirazione di uno spettacolo che vuole divulgare un’unicità ancora vibrante. Non c’è spazio al solo ossequio, ma all’idea di valorizzazione e, in seconda battuta, reinterpretazione di una carriera e un approccio di vita dolente. Lo spettacolo gira l’Italia con importanti soddisfazioni, venerdì 22 marzo farà tappa a Botticino (Brescia).