Con “Vai bene così” Leonardo Gassmann, meglio conosciuto come Leo, ha vinto il Festival di Sanremo 2020 nella categoria Nuove Proposte. E il titolo, cui è seguito l’album Strike per la Universal, ben caratterizza l’approccio del cantautore ventunenne romano, in questi giorni di emergenza coronavirus, in cui anche lui sta rispettando l’obbligo di restare in casa.
Ha ideato delle strategie di sopravvivenza?
«Sto sfruttando questo periodo per leggere, disegnare e seguire i corsi online della mia Università. Dopo Sanremo avevo bisogno di un periodo per potermi riposare e pensare alla mia musica».
Ha una giornata tipo?
«La mattina mi sveglio e faccio i compiti. Per il resto scrivo e curo le mie passioni».
Sta in casa con i suoi genitori, gli attori Sabrina Knaflitz e Alessandro Gassmann?
«Sì ed era da tanto che non stavamo insieme, abitando di solito in appartamenti diversi. Quindi sento che sono momenti speciali da vivere a fondo, perché non tornano».
Può capitare che cantiate tutti e tre?
«No, mai! Anzi cerco di non disturbare perché so che può dar fastidio sentirlo tutto il giorno. Diciamo che ogni tanto faccio dei piccoli concerti con i brani nuovi che sto scrivendo».
Cosa fate insieme?
«Giochiamo a Monopoli e litighiamo!».
Perché?
«Vinco sempre io, perché un po’ baro: lo ammetto, ogni tanto lo faccio!».
Partecipa ai flash mob dai balconi delle 18?
«A dire il vero canto tutto il giorno, non so quanto possa cambiare alle persone che mi sentono».
Su Instagram ha 302mila follower: che effetto fa?
«Non ci penso, piuttosto cerco di confrontarmi con le persone. Ho sempre sognato di poter essere la voce di un gruppo solido e di poter portare il buon esempio. E piano piano ci sto riuscendo, in più facendo quello che mi piace. È la più bella vittoria, il resto sono solo numeri».
Un consiglio per i suoi follower?
«In questi giorni coltivate le vostre passioni: quelle dimenticate o che sono state trascurate per delle urgenze che la vita ci mette davanti. Apprezziamo quello che abbiamo».
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