The Cloverfield Paradox, terzo capitolo del franchise Cloverfield, non è riuscito ad imporsi con la stessa forza di un altro film Netflix ad alto budget: Bright. Dopo il successo del primo film nel 2008, la richiesta di un sequel è stata unanime e nonostante sia stato ben accolto, 10 Cloverfield Lane era nettamente diverso dal suo predecessore.
Un approccio simile è stato deciso per The Cloverfield Paradox, che inizialmente era un film completamente indipendente intitolato God Particle.
Com’è tipico dei progetti di J.J. Abrams, la segretezza intorno a The Cloverfield Paradox era molto alta e si sapeva ben poco del film. La svolta è arrivata durante il Super Bowl, quando è stato diffuso il trailer ed è stato annunciato che il film sarebbe stato disponibile su Netflix subito dopo l’evento.
Sebbene questo innovativo metodo di distribuzione sia stato ampiamente elogiato, lo stesso non si può dire del film, che ha attirato recensioni in gran parte negative, con molti che affermano che il film è diverso da quello che la campagna promozionale faceva sperare.
Sono anche i numeri adesso a condannare The Cloverfield Paradox: Variety riporta che il film ha fatto registrare 2,8 milioni di stream negli Stati Uniti nei suoi primi tre giorni, salendo a 5 milioni nel corso della settimana.
Questo dato è particolarmente interessante se confrontato con Bright, altra produzione Netflix che ha attirato opinioni contrastanti. Bright ha fatto registrare 11 milioni di visualizzazioni in tre giorni, diventando uno dei film targati Netflix più visti di sempre sul servizio streaming.
Nonostante entrambi i film abbiano subito notevoli dosi di critiche, ci sono una serie di fattori che possono spiegare questa discrepanza: in primo luogo è importante non sottovalutare la presenza di Will Smith nel cast di Bright, una vera icona hollywoodiana, figura che manca nel cast di The Cloverfield Paradox.
In secondo luogo potrebbe aver giocato uno scherzo la stessa campagna promozionale: molti utenti potrebbero aver desistito a causa dello scetticismo nel vedere un film di cui non si sa ancora nulla.
Davide Sica, Everyeye.it