Festival di Berlino, Paolo Taviani e Dario Argento alla 72° edizione, che torna in presenza

Festival di Berlino, Paolo Taviani e Dario Argento alla 72° edizione, che torna in presenza

“Leonora addio”, di Paolo Taviani, in concorso. “Occhiali neri”, di Dario Argento, in programma nella sezione “Special Gala” e tre film italiani nella sezione “Panorama”

La kermesse tedesca torna in presenza dal 10 al 16 febbraio e avrà il regista M.Night Shyamalan come presidente di giuria. I maestri del cinema italiano, Paolo Taviani e Dario Argento, saranno tra i protagonisti del festival: il primo è in concorso con il film “Lenora addio”, mentre il secondo sarà nello Special Gala con il suo ultimo film, “Occhiali neri”        

“È proprio una bella notizia che il Festival di Berlino si farà in presenza. Sì: è una bella sfida ai virus che ci perseguitano. È il cinema che combatte e Berlino è un Festival che non si scoraggia e cerca sempre il nuovo del cinema nel mondo. Buona fortuna allora al Direttore Carlo Chatrian e ai suoi collaboratori. E a tutti noi!” sono le parole di Paolo Taviani. Il suo film prima racconta la rocambolesca avventura delle ceneri di Pirandello e del viaggio dell’urna da Roma ad Agrigento, fino alla sepoltura avvenuta a 15 anni dalla morte del poeta, e poi le vicende tratte da “Il chiodo“, l’ ultimo racconto di Pirandello ispirato a un fatto di cronaca a Brooklyn: l’insanabile ferita di un giovane siciliano tolto alla madre e costretto a seguire il padre in America. 

 “Occhiali Neri“, invece, è il nuovo lavoro di Dario Argento: l’icona internazionale del cinema horror. La storia racconta del sodalizio, disperato e terrorizzato, tra la protagonista che perde la vista scappando da chi tenta di ucciderla, il suo cane lupo e un bambino asiatico che, insieme a lei, cercano di salvarsi la vita. 

Per la sezione “Panorama“, composta da tredici titoli, ci saranno tre italiani: “Nel Mio Nome” di Nicolò Bassetti, documentario che parla dell’autodeterminazione di genere attraverso l’esperienza di Nic, Leo, Andrea e Raff e la loro unione; “Calcinculo” secondo film diretto da Chiara Bellosi, scritto da Maria Teresa Venditti e Luca De Bei e “Una Femmina”, opera prima di Francesco Costabile. 

La sezione “Generation” sarà composta da otto lungometraggi.

Gli organizzatori, che si auspicavano una edizione paragonabile a quella pre-pandemia, hanno dovuto affrontare cambiamenti dell’ultimo minuto, come quello di annullare lo svolgimento in presenza di eventi di punta del Festival che saranno solo on-line, come il Talent Campus o l’annuale Film Market, che vedrà protagonista il nostro Paese con “Italy in Focus”, in virtù dell’accordo firmato nel febbraio 2020 dalla DG Cinema del MiC con i responsabili della Berlinale stessa, alla presenza dei due Ministri della Cultura, Franceschini e Grütters.

La proiezione dei film nelle varie sezioni si svolgerà in presenza, ma in sale a capienza ridotta del 50%. Sarà obbligatorio un Covid test negativo per l’accesso alle proiezioni e i biglietti sono disponibili solo on line.

Gli incontri dal vivo con attori, registi e professionisti del Cinema sono stati limitati al massimo e la premiazione, inizialmente pensata per la settimana successiva, è stata anticipata al 16 febbraio, mentre sono state estese le giornate del pubblico (senza ospiti, tradizionalmente solo l’ultima domenica del festival) che saranno dal 17 al 20 febbraio.

I film in concorso

‘A E I O U – A Quick Alphabet of Love’ di Nicolette Krebitz

‘Alcarràs’ di Carla Simon

‘Both Sides of the Blade’ di Claire Denis

‘Rimini’ di Ulrich Seidl

‘Call Jane’ di Phyllis Nagy

‘A Piece of Sky’ di Michael Koch

‘Everything Will Be Ok’ di Rithy Panh

‘The Line’ di Ursula Meier

‘Leonora addio’ di Paolo Taviani

‘The Passengers of the Night’ di Mikhael Hers

‘Nana (Before, Now & Then)’ di Kamila Andini

‘Peter von Kant’ di Francois Ozon

‘Rabiye Kurnaz vs. George W. Bush’ di Andreas Dresen

‘Robe of Gems’ di Natalia Lopez Gallardo

‘The Novelist’s Film’ di Hong Sangsoo

‘One Year, One Night’ di Isaki Lacuesta

‘That Kind of Summer’ di Denis Coté

‘Return to Dust’ di Li Ruijun


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