Di proprietà della famiglia Crowet, in prestito al Museo Magritte dal 2009, questo capolavoro novecentesco a marzo andrà all’ asta da Sotheby’s. Quotazione di partenza: 45 milioni di sterline (60 milioni di dollari) il doppio degli altri Magritte
Ha viaggiato per tutto mondo, ha conquistato il pubblico di Roma, Parigi, Seoul e San Francisco e, dal 2009, è esposto, in prestito, al Musée Magritte di Bruxelles. Realizzato nel 1961, “L’impero delle luci” è uno dei dipinti più straordinari realizzati da René Magritte, sia per l’atmosfera che riesce a comunicare, sia per il richiamo agli ideali surrealisti.
Il quadro è a colori a olio su una tela di 146 per 114 centimetri e fa parte di una serie di 17 tele, tutte con lo stesso soggetto. Le più celebri sono: quella del 1950, al Museum of Modern Art di New York, quella che sta per andare all’asta, dipinta nel 1961 per la sua musa, Anne Marie Gillion Crowet, figlia del mecenate e amico Pierre Crowet, e quella del 1967, conservata in una collezione privata.
Magritte cominciò a lavorare a quest’idea nel 1948, forse ispirato da un verso di André Breton (“Si seulement il faisait du soleil cette nuit” / “Se solo ci fosse del sole questa notte”), e tornò poi molte volte sul tema, arricchendolo e variandolo, come fu anche per Vincent van Gogh con le sue notti stellate o per Claude Monet con le ninfee… argomenti cari agli artisti che forse sposavano la teoria di Edgar Degas: “Bisogna rifare dieci volte, cento volte lo stesso soggetto. Niente, in arte, deve sembrare dovuto al caso.”
La prestigiosa vendita londinese sarà il prossimo 2 marzo e, secondo gli esperti, verrà battuta ben oltre i 60 milioni di dollari di partenza e questo incoronerà “L’impero delle luci” come il quadro del ‘900 più caro al mondo.
Disse il padre del Surrealismo: “Ne ‘L’impero delle luci’ ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza ‘poesia’ ”.
Perché l’obiettivo della sua pittura era quello di dar vita a un’idea o, come nel caso di questo dipinto, a due idee contrapposte: il giorno e la notte che, nella realtà, non possono essere presenti contemporaneamente e questo rovesciamento delle aspettative è proprio alla base del codice surrealista, che qui raggiunge una delle sue massime rappresentazioni.
L’opera ritrae un palazzetto dalle imposte verdi, in una strada immersa nel buio e fiancheggiata da grandi alberi. Ci sono un lampione appena illuminato e una finestra accesa che potrebbe essere il vero punto di luce in un paesaggio notturno. Ma la cosa sorprendente è che il cielo è azzurro, intriso di luce, percorso da nuvole biancastre. Il colore, come sempre nei quadri di Magritte, è preciso, con contorni netti, e quindi l’ossimoro creato dalla coesistenza del giorno e della notte crea confusione ma anche inquietudine nell’osservatore.
Infatti, l’effetto straniante dell’opera ispirò il regista William Friedkin per il film L’Esorcista, tanto da scegliere l’immagine come sfondo per la locandina.
Ha viaggiato per tutto mondo, ha conquistato il pubblico di Roma, Parigi, Seoul e San Francisco e, dal 2009, è esposto, in prestito, al Musée Magritte di Bruxelles. Realizzato nel 1961, “L’impero delle luci” è uno dei dipinti più straordinari realizzati da René Magritte, sia per l’atmosfera che riesce a comunicare, sia per il richiamo agli ideali surrealisti.
Il quadro è a colori a olio su una tela di 146 per 114 centimetri e fa parte di una serie di 17 tele, tutte con lo stesso soggetto. Le più celebri sono: quella del 1950, al Museum of Modern Art di New York, quella che sta per andare all’asta, dipinta nel 1961 per la sua musa, Anne Marie Gillion Crowet, figlia del mecenate e amico Pierre Crowet, e quella del 1967, conservata in una collezione privata.
Magritte cominciò a lavorare a quest’idea nel 1948, forse ispirato da un verso di André Breton (“Si seulement il faisait du soleil cette nuit” / “Se solo ci fosse del sole questa notte”), e tornò poi molte volte sul tema, arricchendolo e variandolo, come fu anche per Vincent van Gogh con le sue notti stellate o per Claude Monet con le ninfee… argomenti cari agli artisti che forse sposavano la teoria di Edgar Degas: “Bisogna rifare dieci volte, cento volte lo stesso soggetto. Niente, in arte, deve sembrare dovuto al caso.”
La prestigiosa vendita londinese sarà il prossimo 2 marzo e, secondo gli esperti, verrà battuta ben oltre i 60 milioni di dollari di partenza e questo incoronerà “L’impero delle luci” come il quadro del ‘900 più caro al mondo.
Disse il padre del Surrealismo: “Ne ‘L’impero delle luci’ ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza ‘poesia’ ”.
Perché l’obiettivo della sua pittura era quello di dar vita a un’idea o, come nel caso di questo dipinto, a due idee contrapposte: il giorno e la notte che, nella realtà, non possono essere presenti contemporaneamente e questo rovesciamento delle aspettative è proprio alla base del codice surrealista, che qui raggiunge una delle sue massime rappresentazioni.
L’opera ritrae un palazzetto dalle imposte verdi, in una strada immersa nel buio e fiancheggiata da grandi alberi. Ci sono un lampione appena illuminato e una finestra accesa che potrebbe essere il vero punto di luce in un paesaggio notturno. Ma la cosa sorprendente è che il cielo è azzurro, intriso di luce, percorso da nuvole biancastre. Il colore, come sempre nei quadri di Magritte, è preciso, con contorni netti, e quindi l’ossimoro creato dalla coesistenza del giorno e della notte crea confusione ma anche inquietudine nell’osservatore.
Infatti, l’effetto straniante dell’opera ispirò il regista William Friedkin per il film L’Esorcista, tanto da scegliere l’immagine come sfondo per la locandina. Photo12/7e Art/Warner Bros/contrastoLocandina del film The Exorcist – 1973.
Il dipinto, prima di arrivare a Londra verrà mostrato nelle sedi di Sotheby’s a Los Angeles, New York e Hong Kong . “Sembra appropriato che venga presentato a Los Angeles poiché l’immagine ha una forza straordinariamente cinematografica”, ha dichiarato Helena Newman – presidente di Sotheby’s Europe e responsabile mondiale per la casa d’aste dei lotti relativi all’Impressionismo e all’arte moderna – aggiungendo che “La nitidezza e la qualità del dipinto sono squisite: il modo in cui Magritte gioca con i tuoi occhi, con la simulazione e la rappresentazione del giorno e della notte è assolutamente straordinario”.
Sulle ragioni della vendita del dipinto non ci sono dichiarazioni ufficiali, se non che l’opera “è ora pronta per la naturale fase successiva del suo viaggio”, secondo i proprietari, discendenti di Pierre Crowet.
L’attuale record d’asta per un’opera di Magritte è di 26,8 milioni di dollari, battuti da Sotheby’s, nel 2018, per “Le Principe du Plaisir” (1937), il ritratto del mecenate surrealista Edward James. Anche se il giornale inglese con sede anche a N.Y., “The Art Newspaper”, ha rivelato, nel 2020, che, secondo il mercante Emmanuel Di Donna, alcuni dipinti sarebbero stati vendute in transazioni private per 30 e 40 milioni di dollari.
Per la valutazione del prezzo d’asta per “L’impero delle luci”, Helena Newman ha dichiarato di aver considerato sia il prezzo di vendita di un’altra versione del quadro, molto più piccola di quella in questione, sia la quotazione di altre opere di grandi artisti del Novecento, come Pablo Picasso.