Il 12 gennaio il Boss si è esibito in uno show acustico per ringraziare i membri dello staff di Barack Obama per il lavoro svolto negli ultimi 8 anni. Con una scaletta decisamente “politica”
Con un concerto acustico segreto, di cui si è avuta notizia soltanto oggi, il 12 gennaio scorso Bruce Springsteen si è esibito alla Casa Bianca per ringraziare lo staff di Obama per il lavoro svolto nei passati otto anni di governo. Un set di quindici canzoni, tra le più politiche del repertorio del musicista del New Jersey, da Working on the highway che ha aperto lo show a Land of hope and dreams che lo ha chiuso, passando per brani fondamentali Growin’ up, Thunder road, The promised land, Devil and dust, Born in the U.S.A. e The Ghost of Tom Joad.
Il concerto si è svolto nella stanza Est della Casa Bianca, la stessa in cui due mesi fa il musicista aveva ricevuto la Medal of Freedom presidenziale, di fronte a una platea di circa 250 membri dello staff Obama. E tra una canzone e l’altra il Boss ha parlato delle politiche del primo presidente nero d’America e del loro impatto sulla vita sociale degli Stati Uniti. In particolare, prima di eseguire Born in the U.S.A., Springsteen l’ha definita una canzone di protesta e si è lamentato perché in passato è stata interpretata male, e che di sicuro ciò continuerà ad accadere anche in futuro. Accanto alle canzoni politiche il Boss ha interpretato tre brani legati alle sue radici: My Hometown, My Father’s House e Long Walk Home. Per dedicare poi agli Obama Tougher than the rest, suonata con la moglie Patti Scialfa, per tutto ciò che hanno sopportato durante la loro permanenza alla Casa Bianca.
Questa la scaletta completa del concerto:
Working on the highway
Growin’ up
My hometown
My father’s house
The wish
Thunder
road
The promised land
Born in the U.S.A.
Devils & dust
Tougher than the rest (con Patti Scialfa)
If I should fall behind (con Patti Scialfa)
The ghost of Tom Joad
Long walk home
Dancing in the dark
Land of hope and dreams
La Repubblica