Jovanotti e la primavera che fa nascere Il disco del sole

Jovanotti e la primavera che fa nascere Il disco del sole

Jovanotti è la primavera perenne, quella che esplode pure dopo il peggiore degli inverni e introduce degnamente quell’indelebile estate addosso che Lorenzo Cherubini, inevitabilmente, continua a celebrare con quell’ottimismo travolgente e tutto suo di cui non si è mai voracemente paghi. Per questo non stupisce che i suoi brani sboccino come gemme, in un giorno qualunque di fine 2021. Boccioli prematuri, anzitempo o schiusi nel clima perfetto? Poco importa: quelli di Lorenzo sono sempre profumatissimi e musicalissimi doni. E con questo aroma fresco arrivano cinque nuovi brani che fanno parte del suo progetto Il disco del sole. Il concetto è semplice: i brani, scritti da Jovanotti a due anni e mezzo di distanza da La Nuova Era, escono senza particolari pianificazioni, semplicemente quando sono pronti. Un flusso che è sinonimo di continuo movimento e che continuerà a comporsi strada facendo, brano dopo brano. Sotto l’egida del produttore Rick Rubin, questi cinque pezzi, finalizzati da Pino Pinaxa Pischetola scaldano il cuore pure a un passo dall’inverno. E, in un certo senso, sono metafora dell’imprevedibilità della vita e di uno stream of consciousness che forse l’artista riteneva necessario percorrere. E così, insieme al suo produttore e a qualche amico musicista, Jovanotti si è ritirato in una selva tra l’Appennino e il mare in una scuola abbandonata negli anni ‘50 e ha lasciato che pensieri e parole lo travolgessero e lo ispirassero senza filtro e condizionamento alcuno. Vita vissuta che è confluita naturalmente in questo piccolo spaccato di vita quotidiana, che aggiunge sentimento a quel Boom energico di recente release e di cui questi pezzi costituiscono le consequenziali preziose e appassionante schegge. 

La Primavera: l’omaggio di Lorenzo a Franco Battiato 

Il primo brano, La Primavera,  è un omaggio a Franco Battiato, un fiore dedicato. A suono di  synth-pop, questo morbido invito a essere sempre positivi ha avuto una gestazione lunga: nata come demo strumentale, poi completata da alcune note di Lorenzo appuntate sul cellulare e successivamente dal travolgente ritornello, è stata ultimata grazie alla collaborazione  Rick Rubin: «Questa primavera è selvatica, ha una tensione dentro, una forza sovrannaturale, qualcosa che per me resta un mistero. Così lui mi ha risposto “entriamoci”, e dentro quel caos di mille tracce che avevamo messo nel demo lui ha fatto la magia» racconta Jovanotti. 

I love you baby: l’amore visionario di Jovanotti 

Motivo di grande orgoglio è per l’artista  questo secondo pezzo, quasi scombinato, quasi visionario, quasi dadaista, quasi fuori contesto. Eppure in questo mix&match sonoro fatto di arrangiamenti crudi e decisi, sta la forza di questa I love you baby in cui Lorenzo è stato spinto a superare certe sue paure e vergogne, uscire fuori dalla comfort zone. E così questo salto nel vuoto è stato anche l’occasione, come spiega lo stesso Cherubini per scrivere «una canzone d’amore per una ragazza che deve  scalare una montagna, attraversare l’oceano a nuoto, baciare un rospo in bocca senza nessuna garanzia che si trasformerà in principe. Certe cose non si possono dire in modo enfatico, bisogna dirle ballando, agitando le braccia, alzando il volume».

Un amore come il nostro: una ballad preziosa

Segue a ruota il terzo brano, la ballad Un amore come il nostro, che pare essere un’istantanea di un momento familiare perfetto. Anzi lo è, visto che è stata concepita in una mattina d’estate qualunque in cui Lorenzo Cherubini era a casa con la famiglia ad ascoltare buona musica: «poi è partita Something stupid dei due Sinatra. La Teresa mi ha detto “Babbo dovresti scrivere una canzone così” e io ho pensato “embè…” Poi ho preso la chitarra e ne ho scritta di getto una che la imitava un po’. (…)  A capodanno eravamo in casa da soli noi tre, e dopo il brindisi l’ho suonata, e alle ragazze è piaciuta». 

Tra me e te: il ritorno all’essenziale 

E di piccole cose preziosissime parla anche la ballad Tra me e te, in cui Lorenzo Cherubini si mette a nudo, cantando della forza potente e pervasiva del vero amore. Accompagnata dal suono emozionante degli archi e con tutta la limpida bellezza di un brano che sa di ritorno all’essenziale, di delicata celebrazione del sentimento più nobile al mondo. 

Border Jam: è qui la festa?

Ma può una festa organizzata da Lorenzo non prevedere una chiusa festante? Con Border Jam il party (o il Jova Beach Party per dirla con lui) entra nel vivo prima dell’emozionante culmine: una celebrazione coloratissima che omaggia i sognatori di ogni età e in cui confluisce tutto l’immaginario variopinto di Lorenzo Jovanotti Cherubini: «C’è dentro il carnevale, l’Africa, i Clash, la California, il Jova Beach Party, New Orleans, i Balcani, il Mediterraneo… non so cosa c’è dentro, è una jam, una marmellata. Buona però la marmellata, a me piace».

La cornice perfetta di un progetto che ha a elemento catalizzatore e ispirazione il sole benefico di primavera è un corto cinematografico psichedelico, onirico, che incornicia perfettamente questo tour dentro il vissuto emozionale di Lorenzo. Un video girato in pellicola da Tommaso Ottomano e ambientato negli spazi del Teatro Grande di Brescia in cui l’artista è accompagnato da Saturnino, Riccardo Onori e Kalifa Konè e che è un compendio di vitalità talmente ampio che viverlo e osservarlo è certamente più potente che descriverlo. Sono mille sfumature, mille riflessi, mille colori e i mille magici mondi di questo nuovo progetto a firma Jovanotti. Aprire lo scrigno è scoprirne i molteplici tesori insiti, ascoltarlo è lasciarsi scaldare inevitabilmente da questo strabordante e necessario senso di rinascita. Quasi a dire che il sole, cui è dedicata tutta questa caleidoscopica narrazione, tramonta, certo. Eppure poi, (Il) Boom, benedettamente albeggia sempre ancora e ancora. 

VanityFair.it

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