Il supereroe si moltiplica nello spettacolare film animato
Chiunque può essere, a suo modo, Spider-man: un timido adolescente afroamericano/latino, un 40enne con la pancetta, un eroe in bianco e nero alla Humphrey Bogart, una ragazza coraggiosa, una bimba in stile anime con robot personale e persino un maiale. Sono solo alcune delle incarnazioni del supereroe che hanno arricchito per anni sui fumetti Marvel tra dimensioni parallele e variazioni narrative, l’universo Spider-verse. Una molteplicità al centro del primo lungometraggio animato per il cinema sul personaggio, ‘Spider-man: un nuovo universo’ di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, in Italia dal 25 dicembre con Warner Bros. Un nuovo debutto per l’Uomo Ragno della gestione ‘Sony/Marvel’ parallelo al reboot live action affidato con successo a Tom Holland, capace di entusiasmare i critici e gli spettatori delle anteprime (debutterà negli Usa a metà dicembre), portando al cinema con un’animazione mozzafiato che mescola cgi e 2d anche disegnato a mano (un lavoro che ha richiesto una settimana di lavoro per ogni secondo di film), l’energia i colori, il ritmo, i suoni, lo stile grafico, le tante sfumature di ironia e la complessità dei fumetti. Una rilettura con al centro Spider-Man/Miles Morales, adolescente di papà poliziotto afroamericano e mamma infermiera portoricana, nato nel 2011 (in omaggio a Obama) sui comics creati da Brian Michael Bendis (testi) e l’italiana Sara Pichelli (disegni).
Il timido e intelligente Miles, newyorchese di Brooklyn si sente un outsider nel liceo esclusivo che frequenta e preferisce passare il tempo a fare graffiti con lo zio ‘ribelle’ Aaron. Da una nuova avventura insieme, e il classico morso di un ragno radioattivo, Miles si ritrova con i poteri di Spider-man senza sapere come gestirli. Un pericoloso incrociarsi di dimensioni parallele voluto dal ‘cattivo’ Kingpin, portano il teenager a dover imparare, suo malgrado e in fretta, come si fa il supereroe. Un percorso innescato dagli incontri con due Peter Parker, uno brillante ventenne e uno quarantenne un po’ stropicciato e imbolsito, che diventa mentore del neo-Uomo Ragno; la coraggiosa coetanea (o quasi) Spider-Woman (nata sui fumetti nel 2014 con Jason Latour Robbi Rodriguez); Spiderman noir (creato nel 2009 da David Hine, Fabrice Sapolsky e il teramano Carmine Di Giandomenico) personaggio in bianco e nero che nel suo mondo anni ’30 dà la caccia ai nazisti; Peni Parker (creata nel 2014 da Gerard Way e Jake Wyatt), bimba metà asiatica che combatte i cattivi con il suo robot ‘ospite’ del regno radioattivo, e il buffo ma implacabile maiale in costume da supereroe Peter Porker alias Spider-Ham (ideato nel 1983 da Tom DeFalco e Mark Armstrong). Un apparente delirio, capace di celebrare l’essenza, tra humour e action, del personaggio, che regala nella versione originale doppiatori d’eccezione, come, fra gli altri, Chris Pine per il Peter Parker ventenne; Hailee Stanfield per Gwen Stacy/Spider-Woman; Lily Tomlin per una combattiva Zia May; Mahershala Ali per zio Aaron e Nicolas Cage per Spider-Man Noir ispirandosi, a suo dire, a James Cagney e Humphrey Bogart. La Sony ha coinvolto in questo riavvio animato il duo ipercreativo e irriverente formato da Chris Miller e Phil Lord (The lego movie): “La cosa esaltante di Spidey è che puoi vedere questo supereroe indossare una maschera, volare in giro e pensare ‘Hey potrei esserci io sotto quella maschera – spiega nelle note di produzione Lord, che con Miller coproduce, ma firma anche, da solo, il soggetto e come coautore, la sceneggiatura -. Uno dei temi principali del film è che tutti noi abbiamo dei poteri e dobbiamo affrontare le nostre responsabilità indipendentemente da chi siamo o dove siamo nati”.
ANSA