“Tra ‘Fuga per la vittoria‘ (con Sylvester Stallone, Pelè e Michael Caine) e il cartone ‘Holly e Benji’ c’è il nostro ‘U.S. Palmese‘”. Lo dichiarano i Manetti bros. presentando il loro ultimo film alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una storia sul calcio e sui sogni, anche quelli impossibili, ambientata a Palmi, una piccola cittadina della Calabria. “Questo film non è solo per chi ama il calcio, ma anche per chi non lo considera uno sport”. Per i registi della trilogia di ‘Diabolik‘, ‘U.S. Palmese‘, in arrivo nelle sale il 20 marzo 2025 con 01 Distribution, rappresenta un ritorno alle origini: “Palmi è parte di noi, nostra madre viene da lì. Abbiamo passato lì molte estati…”, ricordano Antonio e Marco Manetti. “Il sogno del protagonista della storia è anche il nostro”, aggiungono.
A interpretarlo è Rocco Papaleo: “I Manetti mi avevano promesso che avrei interpretato Diabolik, anche se è più simile a me per le mie caratteristiche fisiche e lo sguardo freddo”, racconta scherzando l’attore, che qui presta il proprio volto e carisma a un eroe, ma della porta accanto. È Don Vincenzo, un agricoltore in pensione con il folle sogno di risollevare la squadra di calcio locale, la Palmese, ingaggiando Etienne Morville (interpretato da Blaise Afonso), un giocatore di Serie A con un carattere difficile e un look alla moda, ma tra i più forti del mondo. “Non mi sono ispirato a nessun calciatore. Vengo dal calcio, la recitazione mi ha poi rapito. Tra i miei idoli? Ronaldinho“, racconta Afonso.
Da Don Vincenzo parte una raccolta fondi che mobilita tutto il paese. La sua impresa originale – un po’ come quella di Leonida nella battaglia delle Termopili con 300 spartani contro il potente impero persiano – si rivela vincente: Morville lascia Milano e si trasferisce a Palmi, scontrandosi con una realtà lontana dal lusso e riscoprendo la passione per il calcio, dimenticata inseguendo il successo economico. “Il protagonista ritrova se stesso quando desidera vincere. I giocatori oggi pensano a quante riprese vengono fatte su di loro”, dice Marco Manetti, evidenziando come molti calciatori preferiscano “stare in panchina alla Juventus piuttosto che far parte dell’Empoli e avere la possibilità di giocare”.
I Manetti bros., dopo ‘Ammore e malativa’, raccontano un altro Sud d’Italia, raramente rappresentato sul grande schermo, per “cancellare tutte le ‘gomorre’ del meridione e mostrare come sia un luogo magnifico che non dovrebbe essere sottovalutato, nonostante i problemi”. Per Papaleo, “il Sud ha bisogno di uno specchio attraverso cui possa vedere la propria qualità, altrimenti rischia di cadere in depressione”.