Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli, progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, di stabilire il record nella traversata dell’Atlantico. Nel 1998, il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora, da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre nel docufilm ‘No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta’, in anteprima ad Alice nella Città, una sezione della Festa del Cinema di Roma. “Mi è servito per affrontare il lutto”, spiega Tommaso Romanelli nell’intervista. “Mi trovavo in un momento di grande difficoltà. Attraverso l’analisi ho compreso che dovevo costruire un rapporto con mio padre, che non conoscevo”.
‘No More Trouble’ ha avuto inizio 5 anni fa quando “a casa ho trovato delle videocassette nella mia stanza. Premendo play, sono apparse le ultime immagini di mio padre”, ricorda Tommaso. Un momento sconvolgente e rivelatorio. “Ho scoperto una persona molto simile che non conoscevo. Da qui è partito tutto: ho iniziato a raccogliere il materiale, unendolo alle testimonianze di chi era con lui sulla barca, come Giovanni Soldini”. Per il velista, vedere Tommaso è stato come ritrovare l’amico e collega Andrea. “L’ho riempito di domande, volevo conoscere ogni dettaglio”, racconta il regista.
Dopo 26 anni, cosa resta di quel giorno? Per Tommaso, “l’assenza non svanisce, ora ha un volto e una voce. L’ho riempita di immagini e colori. Ho lavorato sul materiale d’archivio per oltre 6 mesi: sentire e risentire mio padre mi ha aiutato a trasformare il vuoto in qualcosa di concreto”. Ora “ho fatto pace con il passato”, ammette il regista. Una storia così intima e personale ma anche universale: “raccontiamo il rapporto tra un padre e un figlio, ma anche la passione per il mare, l’ignoto, la natura, la competizione e la determinazione di un uomo che costruisce la barca più veloce del mondo”, conclude Romanelli. Il documentario sarà distribuito prossimamente al cinema da Tucker Film.