L’editore Bessi ha venduto alcuni impianti di trasmissione. E la redazione sfiducia il direttore. Ok gli ascolti, ma i ricavi sono al di sotto delle aspettative
Nella sua recente espansione nel mondo radiofonico, per un momento Mediaset aveva anche pensato di consolidarsi con il lancio di una emittente nazionale tutta dedicata allo sport e in sinergia con la tv Premium. Ma, esaminata con più attenzione la faccenda, alla fine si era deciso di lasciare stare per la difficoltà a raccogliere pubblicità su quel tipo di prodotto.
Difficoltà con le quali si sta confrontando anche l’editore Loriano Bessi con la sua Radio Sportiva. Lanciata il 1° dicembre 2010, l’emittente è cresciuta molto in ascolti nel corso degli anni. Con lo sforzo della redazione (una decina di giornalisti), della fitta rete di collaboratori sul territorio, e degli autorevoli editorialisti di volta in volta consultati e fatti intervenire in onda. E grazie anche ai notevoli investimenti da parte dell’editore Bessi, che ha acquistato molti impianti di trasmissione lungo la Penisola per assicurare una elevata copertura del territorio italiano. Il combinato disposto delle due azioni (qualità editoriale e diffusione del segnale) ha portato Radio Sportiva, nell’ultima rilevazione Radio Monitor Eurisko del primo semestre 2016, a sfiorare il milione di ascoltatori nel giorno medio (988 mila): insomma, si inizia a giocare nel campionato dei big, tenuto conto che, ad esempio, Radio Montecarlo è a quota 1,1 mln di ascoltatori, Rai Radio Tre a 1,4 mln, m2o a 1,5 mln e R101 a 1,6 milioni.
I risultati di Radio Sportiva, peraltro, sono anche ben distribuiti sul territorio, con 121 mila ascoltatori nel giorno medio in Piemonte, 232 mila in Lombardia, 121 mila in Toscana (dove ha sede la emittente), 103 mila in Campania o 86 mila in Sicilia.
Il problema, tuttavia, rimane quello di adeguare la struttura di costi necessari per arrivare a queste performance alla struttura di ricavi pubblicitari che resta al di sotto delle aspettative (incide la qualità del target: pubblico maschile di profilo socio-culturale medio).
Il 1° gennaio 2014 Radio Sportiva era passata sotto le cure di Mediamond-Mondadori pubblicità, ma anche in quell’esercizio i ricavi di Priverno srl, casa editrice di Radio Sportiva, controllata al 90,5% da Loriano Bessi e al 9,5% da Marzia Boddi, erano rimasti stabili a 1,1 milioni di euro, come nel 2013. Dal 1° gennaio 2015 della pubblicità di Radio Sportiva se ne occupa la concessionaria Prs. E le performance dell’esercizio 2015 non sono ancora disponibili poiché il bilancio di Priverno srl non è ancora stato pubblicato. Tuttavia i risultati 2015-2016, dal punto di vista dei conti, non devono essere stati eccezionali vista la fibrillazione nella quale è entrata Radio Sportiva: nel giugno 2015 c’è stato il cambio di direttore, con David Guetta che lascia l’incarico per assumere quello di direttore di Radio Bruno, e Cristiano Puccetti che prende la guida delle operazioni. Ma lo stesso Puccetti, a fine luglio 2016, si dimette dalla carica di direttore per restare a coordinare il lavoro della redazione. Al suo posto, in settembre, arriva Dody Giuliano. Gli stipendi vengono pagati con ritardo, le persone che lasciano Radio Sportiva non sono sostituite, il lavoro in redazione si fa sempre più pesante. Per questo l’assemblea dei redattori di Radio Sportiva ha votato all’unanimità la sfiducia al direttore.
Il gruppo di Bessi, storico imprenditore del mondo radiofonico italiano, è tuttavia piuttosto solido, e, oltre a Radio Sportiva, comprende emittenti come Gammaradio, Radio Fantastica, Radio Reporter, Radio Cuore e Radio Blu Toscana. Ma, in attesa che il mercato degli investitori pubblicitari e dei centri media recepisca il dato di ascolto di Radio Sportiva e lo valorizzi, l’editore ha bisogno di un po’ di ossigeno. Sia con il contenimento dei costi redazionali, sia con cessioni di impianti di trasmissione di Priverno srl (ovvero Radio Sportiva), come quello di Cernusco di Montecchia (Como), passato lo scorso 4 ottobre a Radio Dimensione Suono per 150 mila euro, o i due di Goriano Sicoli (L’Aquila) e Zoagli (Genova) venduti lo scorso 12 ottobre a Radio Montecarlo per 100 mila euro.
di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi