Una canzone che va anche al cinema. Federico Zampaglione oltre che cantautore sotto il marchio Tiromancino è anche regista. Doppia soddisfazione per lui quella di vedere il videoclip di «Finché ti va», brano che anticipa un nuovo album, distribuito da oggi oltre che su YouTube in 100 sale cinematografiche. «Non sono regista del video, questa volta ho scelto di fare il playback e basta. La regia del duo Younuts, la presenza di Giacomo Ferrara, uno dei volti nuovi del cinema italiano, e il racconto ambientato in un centro di auto-aiuto offrono un’angolazione diversa al tema della canzone, che parla della voglia di farcela a rinascere».
Il brano era pronto a novembre dello scorso anno. «Una canzone per accompagnare le persone verso il cambio di stagione, in quel momento in cui si sente voglia di intimità e sentimenti dopo l’estate, che anche nelle difficoltà di quest’anno, è ricerca del divertimento», la definisce l’autore. Anche l’album è nato prima della pandemia. Ancora non ha una data di uscita. Di mezzo c’è anche Sanremo che potrebbe spostare i piani. «Durante il lockdown l’ho tenuto segreto come un tesoro. In quelle settimane ho suonato moltissimo». E Federico si mette alla chitarra per rifare un paio di classici blues e country, da Johnny Cash a Robert Johnson. «Creativamente però mi è scattata la molla cinematografica». Così ha pubblicato due corti horror (Bianca e Bianca 2) con protagonisti la compagna e attrice Giglia Marra, la figlia Linda, la ex moglie Claudia Gerini, il cugino con la figlia adolescente. «Quando Linda è arrivata a casa mia non sapevo cosa fare per intrattenerla. Non sono bravo come Claudia. Mi sono inventato l’idea del corto. L’ho girato con un iPad per gioco e lo abbiamo fatto con le persone che si potevano vedere in quarantena. È stata Linda a convincermi a metterlo su YouTube. I commenti della comunità horror internazionale sono stati positivi».
Dopo tre thriller-horror girati dal 2007 al 2012, Zampa è pronto a tornare dietro la macchina da presa: «Ho dei progetti, ma non nella direzione dell’horror». Passione che condivide con l’amico e collega (prossimo al debutto alla regia) Tommaso Paradiso. I Tiromancino sono considerati fra i padrini di questo nuovo indie. Vent’anni fa usciva «La descrizione di un attimo», il disco svolta della carriera. «Passavamo da un indie sperimentale e dal furgoncino alle classifiche. Questa nuova generazione fa un genere che, come noi allora, innesta elementi sonori non convenzionali sulla classica forma canzone. Con tanti di loro ho collaborato e qualcuno tornerà nell’album», annuncia Federico.
In una scena di uno dei due corti la figlia è impegnata in una dance challenge su TikTok, piattaforma teen che per molti è diventata la nuova rampa di lancio per la musica. «Mia figlia mi dice che non è per noi adulti… Direi che è una forma di intrattenimento alternativa ad altre, ma la musica non può vivere lì. Tanto più per artisti della mia generazione che non possono prendere come riferimento i pochi secondi di un video ma devono puntare a scrivere canzoni belle e credibili e a fare concerti altrettanto belli».
Cantautore e regista che rapporto hanno? Personalità sdoppiata? «Mi servono per guardarmi da fuori in entrambe le situazioni. Il regista ogni tanto dice: ma che brutta questa canzone. E l’altro: questa scena non serve a nulla, l’hai scritta solo per divertimento tuo. Il regista è il più cattivo, c’è dell’hating da parte sua…».
Andrea Laffranchi, Corriere.it