Roberto Giacobbo e il suo avatar “Robbo” tornano su Italia 1: il nuovo appuntamento con «Freedom – Oltre il confine», il secondo di dodici, è fissato per venerdì 18 settembre, in prima serata.
La divulgazione pop a colpi di Maxi e Mini Track, di una carovana di auto, van, furgoni e camper, verso i luoghi più interessanti del nostro Paese e del mondo, questa settimana conduce negli USA, in Egitto e in Italia, tra Abruzzo e Torino.
In apertura di puntata, un’indagine davvero oltre il confine, a metà strada tra storia e X-Files. A fare da scenario al reportage, uno dei luoghi più belli del pianeta, il Grand Canyon: qui, secondo le cronache di un giornale dell’Arizona, oltre 100 anni fa un esploratore trovò un’immensa cavità sotterranea dove erano custodite le tracce di un’antica civiltà perduta. All’interno di questa grotta, tra le più grandi di tutto il Nord America, sarebbero nascoste centinaia di mummie, insieme ad altri reperti. Ma cosa c’è di vero in questa vicenda? È possibile che le istituzioni americane abbiano insabbiato questa scoperta? E per quale motivo? Le telecamere di Freedom hanno raccolto una testimonianza inedita, che potrebbe far luce sul mistero…
E, a proposito di misteri, uno dei temi che appassionano il pubblico di Freedom riguarda i Cavalieri Templari: perché questi monaci guerrieri sono stati perseguitati? Quali conoscenze possedevano? Quali tesori? Questa volta, Giacobbo cerca le loro tracce in Abruzzo, in una piccola chiesa medievale tornata al suo antico splendore dopo il terremoto del 2009. Al suo interno, un indizio a favore dell’autenticità della Sindone…
Da una piccola chiesa sperduta, a uno dei monumenti più famosi d’Italia: la Mole Antonelliana. Con i suoi 170 metri di altezza, quando fu inaugurata, alla fine dell’Ottocento, era l’edificio in muratura più alto del mondo. Da allora è rimasto il simbolo di Torino, il sogno verticale di un architetto ambizioso, Alessandro Antonelli, che purtroppo non ne ha potuto ammirare il suo completamento. Giacobbo sale sul punto più alto della Mole, normalmente accessibile solo a pochissimi addetti alla manutenzione, per mostrare immagini uniche e mai viste prima in TV.
Infine, insieme al professor Zahi Hawass, in un lungo percorso attraverso il Nilo, da Saqqara a Luxor fino all’estremo sud, alla ricerca di uno dei più grandi geni del passato, l’architetto che ha realizzato la più antica piramide giunta fino a noi. Il suo nome era Imhotep, ma molti lo hanno ribattezzato l’uomo che ha inventato l’Antico Egitto.