Le porte del Centro di Produzione RAI di Cagliari si sono aperte per accogliere un gruppo di giovani con disabilità visiva – accompagnati da una delegazione del locale Centro di Consulenza Tiflodidattica e dell’UICI Sardegna – per raccontare loro le professionalità e le eccellenze che lavorano ogni giorno alla realizzazione di programmi radio, TV, web e non solo. I visitatori, per altro, sono stati coinvolti in maniera diretta, provando letteralmente a “fare la TV”, durante un percorso che li ha visti interessati in varie fasi della programmazione
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Cagliari, articolazione della Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza, in collaborazione con il Consiglio Regionale Sardegna e la Sezione Provinciale di Cagliari dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), hanno accompagnato un gruppo di nove studenti non vedenti e ipovedenti provenienti da tutta la Sardegna, presso il Centro di Produzione RAI di Cagliari. Le porte dell’ente radiotelevisivo pubblico, infatti, si sono aperte per accoglierli e raccontare loro le professionalità e le eccellenze che lavorano ogni giorno alla realizzazione di programmi radio, TV, web e non solo.
I visitatori, per altro, sono stati coinvolti in maniera diretta, provando letteralmente a “fare la TV”, durante un percorso che li ha visti interessati in varie fasi della programmazione, a cominciare dalla riunione di redazione per la preparazione del TG Regionale, per proseguire alla dimostrazione di come si realizza un programma televisivo, di come funziona una telecamera, di come si lancia un servizio del TG.
«Gli operatori e i tecnici RAI – sottolinea Raimondo Piras, presidente dell’UICI Sardegna – hanno soddisfatto con competenza e cortesia tutte le loro domande e curiosità. Oltre tutto, la mattinata si è trasformata anche in una visita tattile, dal momento che mentre li accompagnava la voce dell’operatore-guida, i ragazzi hanno potuto toccare tutta la strumentazione utilizzata dai tecnici e capire in maniera concreta con una spiegazione dettagliata e particolareggiata il loro utilizzo».
«È stato un momento veramente emozionante – prosegue Piras – quando durante la a messa in onda del “giornale radio”, Giovanna Corraine e Ilaria Meloni, affiancando il giornalista, hanno assistito, condividendo con lui dal vivo, la realizzazione della trasmissione. In sala regia c’erano invece Raffaele e Francesco Murgia, Nicholas Porcu, Giovanni Pisu, Fabio Garau e Luis Enrique Melis, a dirigere l’operazione, anch’essi dal vivo, sotto l’attenta guida del tecnico».
Con grande attenzione, i giovani hanno poi potuto ascoltare la storia della radio e della televisione, la sua evoluzione, attraverso i decenni, e anche quello che per Radio Sardegna è stato l’evento storicamente più importante.
«Erano da poco trascorse le 14 del 7 maggio 1945 – spiega infatti il Presidente dell’UICI Sardegna – – e il tecnico Quintino Ralli ascoltava le comunicazioni di una radio militare di Algeri, dalla sua solita postazione, nella sede di Radio Sardegna, che già da qualche mese trasmetteva da Cagliari. “La Germania si è arresa”: questo il messaggio che l’emozionatissimo Ralli captò in quel pomeriggio primaverile, e che immediatamente decise di rilanciare, facendo sì che Radio Sardegna passasse alla storia per avere annunciato, in anteprima mondiale, la fine della guerra. Venti minuti prima di Radio Londra, sei ore prima di Radio Roma. Radio Sardegna fu tra l’altro la prima radio libera d’Italia dopo un duro ventennio di dittatura fascista. Le trasmissioni erano iniziate nel 1943, a Bortigali, nel cuore della Barbagia, ma l’emittente era stata trasferita a Cagliari in seguito all’arrivo degli Alleati in Sardegna. Grazie dunque alla RAI, per averci regalato anche una fase gloriosa della nostra storia!».
S.B., superando.it