L’adattamento del romanzo di Margaret Atwood conquista sette premi, compreso quello per miglior attrice a Elisabeth Moss. Nicole Kidman premiata per la miniserie sulle violenze domestiche che si aggiudica sei riconoscimenti. ‘Veep’ miglior serie comica. ‘The young Pope’ di Sorrentino fuori dai premi
Nella notte degli Emmy Awards 2017, i premi che decretano il meglio della produzione del piccolo schermo, è il trionfo di The Handmaid’s Tale migliore serie drammatica, mentre Veep conquista il premio per la migliore serie comica. L’adattamento tv del romanzo di Margaret Atwood, si è aggiudicata sette statuette, fra cui quella di Elisabeth Moss, 35 anni, come migliore attrice protagonista in una serie drammatica nel ruolo di Offred. Il titolo di miglior attore protagonista in una serie drammatica è andato a Sterling K. Brown per la sua interpretazione nella serie This is us.
The Handmaid’s Tale, il racconto prodotto dalla piattaforma Hulu, e disponibile in Italia su Timvision, ha conquistato sette Emmy: migliore serie drammatica, migliore attrice drammatica Elisabeth Moss, migliore attrice non protagonista Ann Dowd, migliore sceneggiatura, migliore regista, migliore attrice “guest star” , migliore design e fotografia. Era fra i favoriti (22 nomination) e ha vinto sbaragliando la concorrenza di serie acclamate come House of Cards, Better Call Saul e Westworld.
Ha fatto bene ancora una volta Veep, presenza costante agli Emmy da molti anni a questa parte: la comedy politica è risultata migliore serie brillante, mentre migliore attrice brillante si conferma Julia Louis-Dreyfus che entra nella storia per aver ottenuto il suo sesto Emmy consecutivo. La serie che quest’anno chiuderà i battenti, è al suo 18esimo Emmy.
Trionfo anche per Big Little Lies, la miniserie di Hbo che racconta il subdolo mondo delle violenze domestiche e che vedeva nel doppio ruolo di produttrici e protagoniste Nicole Kidman e Reese Whiterspoon. Sei le statuette che si porta a casa, fra cui migliore miniserie, migliore attrice non protagonista, Laura Dern, migliore attore non protagonista, Alexander Skarsgård, migliore regia e migliore attrice protagonista, la favoritissima Nicole Kidman, che nel suo discorso di accettazione ha parlato dell’importanza di certe produzioni per fare passare al pubblico messaggi importanti come quello della lotta alla violenza domestica.
Una vittoria importante è arrivata anche per This Is Us, produzione di uno dei pochi canali generalisti usciti vincenti dalla serata, Nbc (in Italia è trasmesso da Fox Life): Sterling K, Brown ha vinto il premio al migliore attore drammatico. E’ il primo attore nero ad aggiudicarsi il premio negli ultimi 19 anni, l’ultimo a vincerlo era stato Andre Braugher per “Homicide: Life on the Streets” nel 1998. La sua vittoria era nell’aria ma ha comunque battuto mostri sacri come Kevin Spacey per House of Cards, candidato da molti anni e sempre uscito deluso dalla serata degli Emmy, e Anthony Hopkins per Westworld. Anche Riz Amed, protagonista della miniserie The Night of ha sbaragliato la concorrenza di mostri sacri come Robert De Niro e Geoffrey Rush nella categoria dedicata alle serie limitate.
Molte battute scherzose sono state rivolte al presidente degli Stati Uniti Donald Trump ma l’unico discorso davvero esplosivo nei confronti del presidente repubblicano è stato quello proposto da tre veterane come Dolly Parton, Jane Fonda e Lily Tomlin che, salite insieme sul palco degli Emmy, hanno ricordato il film “Dalle 5 alle 9” in cui avevano recitato insieme, nel 1980. “Allora ci siamo rifiutate di essere guidate da un sessista, egoista, bugiardo ipocrita e bigotto – hanno detto riferendosi al protagonista maschile del film di allora – e nel 2017 ci rifiutiamo ancora una volta di essere guidate da un sessista, egoista, bugiardo ipocrita e bigotto”.
Alec Baldwin ha vinto un Emmy per la sua interpretazione di Trump nel Saturday Night Live. “E’ il caso di dire finalmente”, ha detto Baldwin, riferendosi al fatto che Trump, quello vero, era stato candidato in passato tre volte, senza mai vincere, per il suo The Apprentice. “Mr. President, questo è per te”, ha scherzato Baldwin.
Baldwin, simpatizzante di sinistra che in passato ha flirtato con l’idea di correre alla poltrona di sindaco di New York, ha fatto infuriare Trump con la sua prodigiosa interpretazione del presidente, con tanto di parrucca gialla, che ne imita i tic verbali, la gestualità e ne esagera le vanterie. Poco prima delle sue elezioni a novembre scorso, Trump aveva attaccato Saturday Night Live e l’imitazione di Baldwin twittando: “È tempo di ritirare uno show noioso e non divertente. Il ritratto di Alec Baldwin va schifo. I media truccano le elezioni”.
La Casa Bianca è arrivata agli Emmy anche con il premio a Melissa McCarthy per l’imitazione, sempre nella trasmissione satirica del sabato sera, di Sean Spicer, brevilineo e feroce addetto stampa della presidenza Trump, che ha lasciato qualche tempo fa, le cui conferenze stampa quotidiane erano diventate un piccolo cult comico. Lo stesso Spicer è comparso sul palco delle premiazione, per un siparietto con il presentatore Stephen Colbert che, nel suo monologo iniziale aveva espresso un dubbio: “Se Trump avesse vinto almeno uno di quei tre Emmy, magari non si sarebbe candidato alle presidenziali”.
Non ce l’ha fatta The Young Pope, la miniserie di Paolo Sorrentino interpretata da Jude Law, che aveva ottenuto due nomination, per il miglior design e per la migliore fotografia (Luca Bigazzi). Le sorti si sono decise prima della cerimonia ufficiale, quando sono stati assegnati i premi più tecnici. L’Emmy per il miglior design è andato a The Handmaid’s Tale, e quello per la migliore fotografia è invece è andato a Fred Elmes per The Night Of, il dramma targato Hbo che vede protagonista John Turturro nei panni di un tormentato avvocato, affetto da una fastidiosa malattia della pelle.
Repubblica.it