La televisione pubblica dimostra la sua centralità in occasione di situazioni di emergenza come queste
Mentre la nostra televisione trasmette le immagini di questo nuovo attentato a Barcellona in Spagna, la mente va inevitabilmente, perchè qui di televisione parliamo, a come il mezzo televisivo debba trattare situazioni di emergenza di questo tipo. Questo discorso non riguarda -evidentemente- le emittenti “all news” che comunque hanno come missione proprio quella di raccontare 24 ore su 24 ciò che accade in Italia e nel mondo.
Ci si interroga su quello che dovrebbe fare la televisione generalista. Bloccare programmi, farli saltare per fare spazio al racconto di quello che sta accadendo e che le edizioni straordinarie dei Telegiornali hanno lanciato. Un discorso vecchio come la televisione, ma che torna ciclicamente in occasioni come queste.
Insomma, il Servizio Pubblico ha fatto il Servizio Pubblico, doverosamente anche il 17 di agosto, informando i suoi utenti ogni minuto dal pomeriggio e fino a notte fonda e ovviamente lo farà anche oggi come dimostra la puntata monotematica di Unomattina Estate. Un buon lavoro quello della Rai di Mario Orfeo, che essendo giornalista ed ex direttore del Tg1 evidentemente il mestiere lo conosce e anche bene. La7 ha informato il suo pubblico con una straordinaria dal pomeriggio e fino al prime time, mentre Rete4, dopo una straordinaria del suo Tg, ha diffuso in simulcast il segnale di Tg Com.
Certo, in questi casi – straordinarie del Tg a parte- ci si interroga anche su come arrivare a confezionare questi Speciali, che in alcuni frangenti trasmettono un “clima salottiero” che tende ad ovattare gli accadimenti, rendendoli in qualche modo più distanti da chi li guarda di quanto eventualmente già non lo fossero. Ovviamente un conto è un evento in itinere, altra cosa se si è già concluso. Rendere però più dinamico il racconto con un programma fatto totalmente fuori studio, con collegamenti diretti in esterna legati fra di loro, attraverso una narrazione più “respirata” dei luoghi che sono stati teatro di queste situazioni, aiuterebbe a descrivere ancora meglio il clima e a trasmetterlo al pubblico a casa con un grado di coinvolgimento maggiore.
Ieri sera per esempio mi è tornato in mente uno dei servizi televisivi più celebri del giornalismo televisivo. Mi riferisco al racconto filmato tutto d’un fiato senza montaggi di uno dei più grandi giornalisti televisivi italiani, Paolo Frajese, che fu fra i primi ad arrivare sul luogo del rapimento nel 1978 dell’onorevole Aldo Moro a Roma. Un servizio il suo di grande pathos narrativo, ma che non rinuncia al racconto giornalistico, un esempio di grande modernità giornalistica anche per la televisione di oggi, per chi non lo ha visto ecco il filmato tratto da Youtube.
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