La sua “eterna bambina” arrabbiata con il mondo compirà 60 anni ma resta una ribelle di sei anni
Google dedica un semplice e raffinato “Doodle” al fumettista argentino Joaquin Lavado, noto come Quino, papà artistico di Mafalda, la bambina vivace e polemica delle sue strisce. L’omaggio nel giorno della sua nascita, il 17 luglio 1932, 90 anni fa. Il fumettista non è arrivato a festeggiare il novantesimo compleanno: è morto il 30 settembre 2020.
Mafalda, l’eterna bimba di 6 anni – ne compirà 60 nel 2023 – si comporta come ogni bambina della sua età: odia la minestra, ma ha anche uno sguardo acuto e indagatore sul mondo e sulla vita. Si interessa dei problemi del mondo, come la guerra del Vietnam, la fame o il razzismo. Quando Quino smise di disegnarla, nel 1973, disse: “A un certo punto mi sono veramente stancato. Non ce la facevo più a dire tutto quello che non andava”. In altre occasioni aveva detto di essere “a corto di idee”.
Mafalda, la bambina arrabbiata, dalle domande disarmanti e dalle amare riflessioni, preoccupata per la pace e per i diritti umani, a quasi 60 anni non ha mai voluto integrarsi con il mondo degli adulti. Il personaggio dei fumetti più amaro e forse per questo tra i più amati da piccoli e grandi nasce nel giugno del 1963 dalla penna di Quino.
Il fumettista argentino l’aveva ideata per una striscia pubblicitaria di elettrodomestici, che non sarebbe mai pubblicata. Ma già dal marzo del 1965 Mafalda finisce sulle pagine de “El Mundo” di Buenos Aires, che le ha dedicato da subito uno spazio quotidiano. Un anno più tardi, le vignette saranno raccolte in un volume: la prima tiratura fece registrare il tutto esaurito in appena 15 giorni.
Quino si occupò di altri progetti e pagine umoristiche. Ma resta legato indissolubilmente a Mafalda, di cui scrisse anche Umberto Eco, definendola “il personaggio degli anni Settanta”. Se si è usato, per definirlo, l’aggettivo di “contestataria”, non è “per uniformarsi alla moda dell’anticonformismo a tutti i costi: Mafalda è veramente una eroina arrabbiata”. E’ “eroe del nostro tempo. In Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma intellettuale da fungo atomico”.